Un aumento del 15,2%. Che cos’è? Quello che ha interessato gli stipendi di un particolare segmento della pubblica amministrazione italiana: i dipendenti della presidenza del Consiglio dei Ministri. Lo rivela l’Istat, nell’annuario statistico 2011, appena pubblica, che fotografa la situazione del paese. I calcoli sulle retribuzioni si riferiscono all’aumento avvenuto nel 2010 rispetto al 2009.
Si tratta di un periodo che vede i dati generali sull’occupazione del paese a un livello allarmante: nel 2010 gli occupati sono 22 milioni872mila, ovvero 153mila in meno dell’anno precedente. La flessione riguarda in particolare l’occupazione dipendente a tempo pieno, -285mila. Il tasso di occupazioe 2010 è al 56,9%, in flessione dall’anno precedente e ben al di sotto della media Ue pari al 64,2%. Più di due milioni di italiani (per la precisione 2 milioni e 102mila) nel 2010 erano in cerca di occupazione, con una crescita dell’8,1% sul 2009. Il tasso di disoccupazione è salito all’8,4%, dal 7,8% del 2009, quello di inattività è addirittura al 37,8%. A completare il quadro si possono aggiungere ad esempio le stime diffuse ieri dal Centro Studi Confindustria, secondo cui l’allarme occupazione è destinato ad acuirsi, con la disoccupazione vista al 9% nel 2013.
Bene, è in questo contesto che i fortunati dipendenti di Palazzo Chigi hanno ricevuto un aumento del 15,2%. Per avere un termine di paragone, nello stesso periodo, sempre secondo la relazione Istat, lo stipendio medio della pubblica amministrazione nel suo complesso è aumentato dell’1,3% (quindi, per dirla tutta, meno dell’inflazione, che nel 2010 è salita dell’1,5%), le buste paga del settore privato sono salite del 2,5%.
Il +15,2% dei dipendenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri è di gran lunga l’aumento più evidente non solo nel settore pubblico, ma anche nel complesso del privato (industria, agricoltura, servizi). Nel privato, le buste paga maggiormente cresciute nel biennio 2009-2010 sono quelle degli addetti ai servizi a terra degli aeroporti, +5,6%, seguiti dai giornalisti, +4,7%, e dai dipendenti dell‘industria alimentare, +4,1%.
Tornando al settore pubblico, il secondo aumento maggiormente vistoso è quello dei ricercatori, che hanno ricevuto il 3,7% in più. Seguono i dipendneti dei conservatori, +2,8%, regioni e autonomie locali e servizio sanitario nazionale, 2,5%. Tutti gli altri settori della pubblica amministrazione segnano un aumento delle retribuzione al di sotto dell’inflazione, molte categorie (forse dell’ordine vigili del fuoco, istruzione pubblica) sono sotto l’1%.