Sorpresa, Mario Monti ha riempito la casella mancante. Filippo Patroni Griffi è il nuovo ministro della Funzione Pubblica. Lo ha nominato il premier Mario Monti che ieri ha scelto anche i sottosegretari del nuovo Governo (stamattina il giuramento a Palazzo Chigi): 28, con uno snellimento rispetto ai 40 del precedente esecutivo, di cui tre viceministri (ai dicasteri economici), gli altri sottosegretari. E, in tutto, tre sole donne.
Inatteso è stato scelto anche un ministro. La nomina del titolare della Pubblica Amministrazione, che torna a chiamarsi Funzione Pubblica, sembra quella che più a ha fatto penare il nuovo presidente del Consiglio. Inizialmente, con la formazione del nuovo governo, la poltrona di Palazzo Vidoni era rimasta vuota, ma nemmeno c’erano state molte spiegazioni sulle motivazioni che avevo spinto Monti a non scegliere un successore di Renato Brunetta, tenendosi la delega. Adesso, il nodo è evidentemente stato sciolto.
Filippo Patroni Griffi è un magistrato, esperto di diritto della pubblica amministrazione, e non nuovo al dicastero in cui ha già ricoperti incarichi, anche come capo di gabinetto del ministro Brunetta. Napoletano, è laureato cum laude all’Università Federico II con una tesi sul diritto amministrativo.
Attualmente è presidente di sezione del Consiglio di Stato. Ha già ricoperto una lunga serie di incarichi istituzionali, anche allo stesso ministro che ora sarà chiamato a guidare: oltre al ruolo già citato al fianco di Brunetta, è stato capo dell’ufficio legislativo della Funzione Pubblica con i ministri Cassese, Frattini, Motzo e Bassanini. Ma ha lavorato nelle istituzioni anche svolgendo altre funzioni: segretario generale dell’Autorità per la protezione dei dati personali, capo del dipartimento Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio nel Governo di Romano Prodi, capo di gabinetto del ministro per le Riforme Istituzionali Giuliano Amato, capo del nucleo per la semplificazione delle norme e delle procedure.
E’ autore di diversi studi di diritto amministrativo, si è spesso occupato anche di organizzazione e di lavoro pubblico, fa parte del comitato scientifico di riviste giuridiche.
Un altro supertecnico insomma, che fa salire a 18 il numero dei ministri che compongono la squadra d Mario Monti.
E poi ci sono tre viceministri e 25 sottosegretari.
Il nome più pesnate è senz’altro quello di Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro, che diventa viceministro dell’Economia. E’ una nomina importante non solo per l’indiscusso prestigio del personaggio, ma anche perchè avrà con ogni probabilità ampie deleghe, visto che la delega all’Economia è del presidente del Consiglio, Mario Monti.
Grilli ha scelto di prendere solo lo stipendio da viceministro, rinunciando all’assegno che incassava da dg del Tesoro, mettendosi in aspettativa. Risultato: nel nuovo ruolo guadagnerà il 70% in meno.
Milanese, 54 anni, anche lui laureato alla Bocconi, è stato per anni uno stretto collaboratore dell’attuale presidente della Bce, Mario Draghi, qunado era dg del Tesoro.
Gli altri due viceministro sono sempre ai dicasteri economici (segno evidente che la priorità del govero Monti è la gestione della crisi economica): Michel Martone al Welfare e Mario Ciaccia allo Sviluppo Economico.
Fra i 25 sottosegretari, solo tre donne: Marta Dassù, agli Affari Esteri, Cecilia Guerra, al Lavoro e Politiche Sociali, Elena Ugolini, all’Istruzione, Università e Ricerca.