Governo Monti, sparisce il ministero della Pubblica Amministrazione

di Barbara Weisz

16 Novembre 2011 16:30

Non c'è il ministro della Funzione Pubblica fra i 17 del governo formato da Mario Monti: tre donne, fra cui la prima della storia italiana alla Giustizia, Paola Severino.

Fra i sei ministeri che spariscono c’è quello della Pubblica Amministrazione, o Funzione Pubblica che dir si voglia. Il governo presentato stamattina da Mario Monti è composto da 17 ministri (nel governo Berlusconi erano 23), di cui 12 con portafoglio e cinque senza.

Fra i dicasteri che scompaiono, spicca appunto quello della Pubblica Amministrazione (incarico che nel governo Berlusconi era ricoperto da Renato Brunetta)  per il quale fra l’altro fino a ieri nel toto ministri sembrava in pole position una donna, Luisa Torchia, docente di Diritto Amministrativo dell’Università di Roma Tre.

Tre le donne nella squadra di Monti, la metà rispetto alle 6 che facevano parte dell’esecutivo guidato da Silvio Berlusconi, che si è dimesso nel fine settimana scorso dopo l’approvazione della Legge di Stabilità. Ma, ci tiene a sottolineare Mario Monti, le tre nuove signore del Governo saranno in posizione cruciali: Anna Maria Cancellieri al ministero dell’Interno (prima di lei al Viminale l’unica donna è stata Rosa Russo Jervolino), Paola Severino alla Giustizia (prima donna nella storia d’Italia a ricoprire l’incarico di Guardasigilli), Elsa Fornero al Lavoro e Politiche Sociali, con delega alle Pari Opportunità.

L’altra caratteristica che Monti, subito dopo aver presentato la lista dei ministri al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sottolinea è l’accorpamento di due ministeri importanti per la crescita, come lo Sviluppo Economico e le Infrastrutture, in un unico discatero affidato a Corrado Passera, al momento Ceo di Intesa San Paolo.

Lo stesso Mario Monti sarà, oltre che premier, anche ministro dell’Economia, come del resto era ampiamente previsto. Dunque, si forma un tandem Monti-Passera a cui sarà affidato uno dei compiti prioritari di questo “governo di transizione”, quello di risanare i conti pubblici e far ripartire l’economia italiana.

Ma tornando ai ministeri soppressi, insieme alla Pubblica Amministrazione scompaiono Attuazione del Programma, Gioventù, Famiglia, Riforme per il Federalismo e Semplificazione.

Il Federalismo viene, emblematicamente, sostituito dalla Coesione Territoriale, affidata a Fabrizio Barca, e nasce il ministero della Cooperazione Internazionale e Integrazione, con titolare Andrea Riccardi. A Enzo Moavero Milanesi vanno gli Affari Europei, torna il ministro dello Sport, Piero Gnudi (con delega anche al Turismo). Sono, questi ultimi, tutti ministeri senza portafoglio, come anche i Rapporti con il Parlamento, a Piero Giarda.

Quanto ai 12 ministri più importanti, oltre ai già citati fanno parte del Governo Monti Giulio Terzi di Sant’Agata, ministro degli Esteri, Gianpaolo di Paola, ministro della Difesa, Mario Catania all’Agricoltura, Corrado Clini all’Ambiente, Renato Balduzzi alla Salute, Francesco Profumo all’Università e Istruzione, Lorenzo Ornaghi alla Cultura.
     
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio sarà Antonio Catricalà, attualmente presidente dell’Antitrust.

L’iter di formazione del nuovo governo prevede il giuramento nelle mani del Capo dello Stato per le 17 di oggi pomeriggio, 16 novembre, mentre il cammino parlamentare per il voto di fiducia inizia domani in Senato.