Per i ragazzi sarà certamente una piccola soddisfazione. Perchè nella Regione Marche, a scuola vanno i genitori. E’ proprio “Scuola per i genitori” il progetto del Dipartimento per la Salute e per i Servizi Sociali della Regione. C’è un bando, che scade nei prossimi giorni, l’11 novembre, a cui possono partecipare enti locali e realtà dell’associazionismo con i requisiti adatti a fornire i corsi, per i quali c’è uno stanziamento totale di 200mila euro. Si tratta di due diversi tipi di corsi, i primi di carattere informativo, i secondi simili a seminari, con un maggior impegno in termini di costi e di tempo.
L’iniziativa della pubblica amminisitrazione marchigiana si propone obiettivi precisi:
- Conoscere i diritti e i doveri della famiglia sanciti dagli art.li 29-30-31 dalla Costituzione Italiana.
- Affrontare più serenamente le problematiche relative al rapporto genitori-figli.
- Promuovere il valore dell’accoglienza.
- Conoscere i vari servizi sociali e gli interventi cofinanziati relativi alla conciliazione vita-lavoro.
- L’importanza strategica della comunicazione all’interno del nucleo famigliare.
Argomenti vari e complessi a cui la Regione ha risposto differenziando gli interventi in due diverse modalità di erogazione formativa, non tanto sui contenuti, che sono identici, ma sulle modalità di esplicazione e sulla professionalità dei docenti.
L’intervento a valenza più informativa o diciamo di apertura alle relazioni si attiva con corsi a carattere gratuito o con un contributo massimo di dieci euro.
Luoghi informali dove gli attori della famiglia ascoltano ma diventano anche attivi, si scambiano pareri fra loro, espongono i propri casi, in modo che la vita della famiglia nelle sue articolate espressioni sia essa stessa lo strumento formativo. I corsi hanno una durata di 16 ore e possono prevedere anche momenti ricreativi. Il numero di partecipanti consigliato è di 25-35 persone.
La seconda tipologia di corso prevede una platea più ampia, il minimo è di 35 partecipanti e siamo di fronte ad un vero classico seminario. Qui sarà la professionalità dei docenti a fare la differenza, peraltro provenienti da diversi settori: sociologico, psicologico, pedagogico e medico che approfondiranno le stesse tematiche previste dalla prima modalità formativa. Il costo è variabile a seconda della struttura organizzativa dell’ente proponente.
Possono candidarsi con progetti e iniziative:
- Comuni singoli o associati (anche a livello di Ambito).
- Associazioni che fanno parte della Consulta della Famiglia.
- Organizzazioni del volontariato con coerenti finalità statutarie.
- Associazioni di promozione sociale con il medesimo vincolo di statuto.
- Cooperative sociali di tipo A che svolgono attività inerenti.
- Persone giuridiche private (solo per la partecipazione al secondo tipo di attività formativa).
Sono previsti finanziamenti diversi: per le iniziative del primo tipo il contributo è di 1.000 euro con una semplice dichiarazione di spesa, per i seminari strutturati è previsto un contributo del 40% e comunque non superiore a 5.000 euro. L’amministrazione ha stanziato complessivamente 200mila euro, di cui il 70% per le iniziative a carattere di animazione e il restante 30% per i progetti seminariali.