Matrimoni civili gay possibili anche in chiesa. Succede in Gran Bretagna dove il governo ha appena abrogato una legge che vietava a chiese e luoghi di culto di ospitare unioni civili. Dal prossimo 5 dicembre i gay potranno sposarsi sotto il tetto di una chiesa che glielo permetta. Il provvedimento, annunciato dal sottosegretario alla Parità, Lynne Featherstone, parla chiaro: non c’è più il divieto, ma nessuna istituzione religiosa è obbligata a celebrare nozze civili sotto il proprio tetto. E sia la Chiesa anglicana sia quella cattolica hanno già fatto sapere che non celebreranno matrimoni gay.
Fra le confessioni religiose che invece si sono schierate a favore di questa possibilità ci sono i quaccheri, i seguaci della chiesa unitaria, gli ebrei progressisti.
Le nozze gay in Gran Bretagna sono legali dal 2005, e ci sono stime secondo cui vengono celebrati circa 5mila500 matrimoni ogni anno fra persone dello stesso sesso.
Il provvedimento deciso dal governo come è facile immaginare provoca notevoli discussioni, anche e soprattutto all’interno dei gruppi religiosi. A partire dalla Chiesa anglicana. Fra gli anglicani in realtà il dibattito è aperto da tempo: l’anno scorso cinque vescovi avevano scritto al Times per criticare il divieto per le coppie gay di poter scegliere fra matrimonio civile e religioso. E oggi, alla luce del provvedimento del governo, il vescovo di Winchester, Michael Scott-Joynt, ritiene che la chiesa possa essere esposta al rischio di azioni legali nel caso in cui rifiutasse di celebrare queste unioni.
La posizione ufficiale della Chiesa d’Inghilterra, comunque, è chiarissima, ed è stata messa nero su bianco proprio alla luce del provvedimento del governo: la chiesa anglicana esprime apprezzamento per il fatto che il governo abbia esplicitamente segnalato che nessuna chiesa è obbligata a celebrare le unioni gay, e proseguirà nella linea fin qui tenuta, che non prevede la possibilità di matrimoni gay in chiesa.
Tornando alla politica, il governo ha deciso di rimuovere il divieto nell’ambito dell’impegno alla «promozione dell’eguaglianza per i gay e i bisessuali e nell’assicurare la libertà di religione e di credo per tutti». Già nei mesi scorsi, in occasione del congresso dei Tory, lo stesso premier, David Cameron, si era espresso a favore dei matrimoni gay definendoli un valore dei conservatori.