La reazione delle istituzioni e delle forze dell’ordine è stata immediata. E’ in corso un’operazione di Polizia e Carabinieri su tutto il territorio nazionale per trovare i violenti che sabato 15 ottobre hanno messo a ferro e fuoco Roma durante il corte degli indignados. Del resto, ieri il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, l’aveva detto: i fatti di Roma sono «di inaudita gravità», da condannare «senza esitazioni». E dunque vanno identificati i «veri e propri criminali» che hanno dato vita alla guerriglia, per poter infliggere loro «punizioni esemplari».
Sabato, a Roma, la manifestazione degli indignados si è trasformata in una guerriglia proseguita per ore, con i black bloc che hanno incendiato auto, distrutto vetrine, seminato terrore. E con le forze dell’ordine che non sono sembrate in grado di arginare le violenze. Su questo, c’è polemica politica, da più parti si accusa il ministero dell’Interno di aver sottovalutato la situazione.
Domani, martedì 18 ottobre, Maroni riferirà in parlamento. E in quella sede, ha spiegato «illustrerò le iniziative che intendo assumere per evitare che quanto accaduto ieri possa tornare a ripetersi in futuro».
«Violenze inammissibili» anche per il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, «condanna senza remore» da parte del premieri, Silvio Berlusconi, indignazione da parte del sindaco, Gianni Alemanno.
E anche dal corteo è arrivata quella che si potrebbe definire una condanna senza se e senza ma: poche le zone grigie, di sostanziale comprensione nei confronti della violenza dei black bloc, la maggioranza dei manifestanti non si è limitata a prendere le distanze dai black bloc, i partecipanti al corteo hanno anche cercato di tenerli lontani dalla manifestazione.
Ma questo è il punto della giornata: poche centinaia, o più probabilmente poche migliaia (mille-2mila) di violenti hanno fermato un corteo di 200mila persone (la manifestazione non è arrivata in Piazza San Giovanni, come previsto) e hanno dato vita a un pomeriggio di violenza inaudita senza che le forze dell’ordine riuscissero a fermarli. La giornata di sabato ha visto i cortei degli indignados anche in centinaia di altre città del mondo, da Londra a Parigi, da New York a Sydney, che si sono svolte del tutto pacificamente.
Il bilancio della giornata romana, invece, fa rabbrividire. Oltre un centinaio di persone sono finite in ospedale. Per non parlare dei danni. Alemanno parla di 1,6 milioni di danni, ma ci sono stime anche molto più alte. Stamattina il sindaco ha fatto una ricognizione lungo il percorso del corteo, dove si vedono ancora le carcasse delle auto bruciate. E ha dichiarato l’intenzione di chiedere al Governo «un aiuto per poter risarcire chi ha visto la propria auto bruciare e colpiti i propri beni privati».
Alla fine di tutto questo, i fermati sono 20, per 12 è scattato l’arresto: giovanissimi, fra di loro c’è anche un minorenne. Rischiano l’accusa di danneggiamento e devastazione.
Il blitz delle forze dell’ordine scattato stamattina si sta svolgendo in tutta Italia. Perquisizoni e controlli nelgi ambienti degli anarco-insurrezionalisti. Le perquisizioni si stanno svolgendo soprattutto nelle abitazioni private di persone considerate sospette. Gli investigatori cercano ad esempio indumenti che possano portare all’identificazione degli autori delle violenze. I video del corteo avrebbero portato al possibile riconoscimento di un centinaio di persone.