Un mese di stipendio in più a 276 professori italiani che si sono distinti per il “merito”. È il risultato del progetto Valorizza, partito nello scorso mese di febbraio e che si è concluso a metà maggio. L’annuncio è stato dato dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini: «siamo ancora lontani dalla definizione di un modello di valutazione italiano, ma sicuramente creso che sia giusta la scelta di non calare dall’alto soluzione, ma di favorire dal basso un confronto, una sperimentazione dei diversi modelli al fine di individuare quello giusto». L’obiettivo è chiaro ed è sempre stato portato avanti dalla Gelmini: introdurre il principio del merito nella scuola, premiare l’eccellenza.
Il progetto Valorizza non ha certo riguardato l’intero sistema dell’istruzione. Sono stati coinvolti 905 professori di 33 scuole di Piemonte, Lombardia e Campania.
Il “voto” ai prof si è basato su tre elementi: autovalutazione, apprezzamento condiviso all’interno della scuola, apprezzamento di genitori e studenti. A compilare le “pagelle” un nucleo di valutazione, all’interno di ciascun istituto, composto da un dirigente scolastico e da due insegnanti eletti dal collegio docenti.
Il ministro ha espresso l’intenzione di ampliare il progetto nel prossimo anno scolastico. Nel frattempo, la Fondazione per la Scuola della Compagnia di S. Paolo e l’Associazione TreeLLLe in piena autonomia, stanno conducendo una ricerca scientifica sull’iniziativa per raccogliere indicazioni ed elementi utili a perfezionare il metodo.
Prosegue intanto una seconda iniziativa promossa dal dicastero e volta a premiare le buone pratiche nella scuola, il progetto sperimentale “VSQ” (valutazione per lo sviluppo della qualità nelle scuole). Qui, i premi non vanno ai docenti ma agli istituti, e sono previsti incentivi e percorsi di miglioramento a supporto della qualità delle scuole.
Questo progetto riguarda 77 scuole nelle province di Arezzo, Mantova, Pavia e Siracusa, di cui 69 Istituti comprensivi e 8 scuole secondarie di primo grado, circa 5.600 docenti e 57.000 famiglie. La misurazione delle performances avviene attraverso parametri messi a punto dall’Invalsi (istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione). Vengono valutati il miglioramento dell’apprendimento (ad esempio, effettuando test agli stessi ragazzi alla fine della quinta elementare e poi della prima media) e una serie di altri parametri relativi alla qualità dell’ambiente scolastico. Ci sono analisi condotte da apposite commissioni costituite da esperti esterni, focus group con il personale scolastico e i genitori, interviste ai dirigente scolastici, questionari online sulla percezione del contesto scolastico, questinario per i genitori.
Entro dicembre a ogni scuola sarà presentato il rapporto con l’analisi dei risultati degli apprendimenti e le valutazione della comissione. Sulla base di queste analisi, verranno messi a punti piani di miglioramento, finanziati da ministero e Ansas (agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica). Anche qui è in corso una ricerca condotta dalla “Fondazione Giovanni Agnelli”.