Privacy, a Venezia telecamere sotto controllo

di Lorenzo Gennari

11 Gennaio 2010 12:10

Un sistema operativo sul web che fa la mappa e controlla le telecamere sparse lungo i canali di Venezia. Si chiama progetto Anopticon e le segnalazioni si fanno online

Una mappa di tutte le telecamere che sono state installate nella città di Venezia. Un sito che non è propriamente un sito, ma un sistema operativo remoto con una interfaccia grafica, che mette a disposizione contenuti online. È questa la ricetta di Anopticon, il progetto di un 31enne veneziano preoccupato del proliferare, nella sua città, di occhi elettronici indiscreti.

La mappa si raggiunge tramite l’indirizzo www.tramaci.org ed è aggiornata utilizzando il servizio di geolocalizzazione di Google e grazie alle segnalazioni dei navigatori. «Lo scopo è chiedere al Garante della Privacy di limitare il fenomeno della videosorveglianza – spiega il promotore dell’iniziativa -. Manderemo una segnalazione per ciascuna delle videocamere che abbiamo trovato».

Nei video di denuncia ci sono le prove del mancato rispetto delle leggi sulla privacy: infatti, in alcune riprese che mostrano le telecamere e il campo d’azione delle stesse, non sono presenti, come dovrebbero, i cartelli per avvisare i passanti della videosorveglianza in atto.

I dispositivi adottati inoltre utilizzano una tecnologia molto avanzata che riprende in condizioni di scarsa illuminazione e permette alle telecamere di registrare in un formato molto ben definito e con possibilità di zoom.

Il presidente dell’Autorità garante per la privacy Francesco Pizzetti, si è detto interessato a ricevere queste segnalazioni. L’Autorità è già informata circa la proliferazione delle telecamere a circuito chiuso dei Comuni e dei privati collegate a strutture di sicurezza.

«Abbiamo appena ultimato – commenta il presidente – nuove linee guida per regolamentarne l’uso e a febbraio approveremo un provvedimento che porrà alcuni limiti, laddove finora c’è stato il far west o quasi. Per esempio, vieterà di tracciare gli spostamenti dei cittadini da una parte all’altra della città, obbligando a sottoporre le videocamere ad un controllo preventivo da parte del Garante per rilevare eventuali proprietà biometriche o di riconoscimento automatico di persone o cose».

Al network di “contro mappatura” si sono già unite altre città come Padova, Urbino, Foggia e il comune piemontese di Solero. In effetti, in Italia le telecamere di sorveglianza sono in aumento, ma l?informazione e il dibattito sul diritto alla privacy dei singoli cittadini, non procede di pari passo.