Il bollettino di vigilanza di Bankitalia dello scorso 2 marzo non lascia adito ad interpretazioni: i bonus ai top manager, e la distribuzione degli utili dovrebbe essere sostenibile rispetto alla situazione finanziaria della banca e non deve impedire o rallentare il suo livello di patrimonializzazione.
“Nell’attuale fase congiunturale – recita tale bollettino – le banche e i gruppi bancari sono chiamati a impegnarsi per mantenere sostenuta l’offerta di credito all’economia pur in un contesto sostanzialmente sfavorevole a causa, fra l’altro, della tensione sul fronte della liquidità e di un’accresciuta rischiosità degli attivi connessa con il peggioramento delle condizioni dell’economia reale. Ciò aumenta l’importanza per banche e gruppi bancari di preservare, anche in chiave prospettica, l’equilibrio della situazione aziendale e, in particolare, il mantenimento di condizioni di adeguatezza patrimoniale e di prudente gestione del rischio di liquidità”.
L’invito alla prudenza arriva dalla Banca d’Italia che a banche e gruppi bancari chiede un’attenta valutazione delle decisioni in materia di distribuzione degli utili e dei bonus. Per quanto concerne il primo tema, viene richiamata l’attenzione sulla necessità di adottare “politiche di distribuzione degli utili che consentano di mantenere condizioni di adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica, coerenti con il complesso dei rischi assunti. L’eventuale distribuzione di utili dovrà essere compatibile con la conservazione di un livello di patrimonializzazione tale da garantire la copertura dei requisiti patrimoniali obbligatori e dei livelli di capitale interno calcolati nell’ambito del processo ICAAP.Questo rileva anche in relazione all’esigenza di avviare il percorso di adeguamento che verra? richiesto con l’introduzione, a partire dal 1° gennaio 2013, delle nuove regole prudenziali”.
Sul secondo aspetto, invece, si evidenzia che “i sistemi di remunerazione e incentivazione nelle banche e nei gruppi bancari devono essere coerenti con gli obiettivi aziendali di lungo periodo, opportunamente corretti per tener conto di tutti i rischi e in linea con i livelli di capitale e di liquidità necessari a fronteggiare le attività intraprese. In particolare, le disposizioni – si legge sempre nel bollettino di vigilanza – stabiliscono che l’ammontare complessivo della remunerazione variabile deve essere sostenibile rispetto alla situazione finanziaria della banca e non deve limitare la sua capacità di mantenere o raggiungere un adeguato livello di patrimonializzazione. Si ritiene quindi che la corretta applicazione delle suddette disposizioni debba comportare – nell’attuale fase congiunturale e, in particolare, nelle banche e nei gruppi bancari che presentano esigenze di rafforzamento o mantenimento del livello patrimoniale – un complessivo contenimento dei costi della remunerazione variabile, a vantaggio del profilo patrimoniale dell’intermediario”.
Insomma, la Banca d’Italia chiede che “le decisioni relative ai compensi devono essere ispirate a canoni di prudenza, affinché gli oneri siano contenuti a vantaggio dell’obiettivo del rafforzamento patrimoniale”.