Il Consiglio dei Ministri ha definitivamente approvato il Codice dei Contratti pubblici, in attuazione della specifica delega al Governo. Le nuove norme entrano in vigore il 1° luglio 2023, mentre quelle sulla digitalizzazione degli appalti sono differite al 1° gennaio 2024.
Tra le novità spiccano le semplificazioni per appalti sotto soglia, le procedure PNRR per affidamenti diretti e un intero capitolo sulla digitalizzazione delle procedure dal prossimo anno.
I principi del nuova Codice Appalti
Fra i principi basilari del nuovo Codice Appalti elencati nei primi 12 articoli della legge, segnaliamo:
- il principio del risultato: le stazioni appaltanti e gli enti concedenti perseguono il risultato dell’affidamento del contratto e della sua esecuzione con la massima tempestività e il migliore rapporto possibile tra qualità e prezzo, nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza;
- il principio della fiducia: l’attribuzione e l’esercizio del potere nel settore dei contratti pubblici si fonda sul principio della reciproca fiducia nell’azione legittima, trasparente e corretta dell’amministrazione, dei suoi funzionari e degli operatori economici;
- il principio dell’accesso al mercato;
- i principi di buona fede e di tutela dell’affidamento.
Gare pubbliche: le novità dal 1° luglio
Di seguito, le principali novità del nuovo Codice Appalti pubblici.
- Livelli di progettazione: passano da tre a due (progetto di fattibilità tecnico-economica e progetto esecutivo).
- Semplificazione degli affidamenti sotto soglia:
- per appalti fino a 500mila euro, le piccole stazioni appaltanti potranno procedere direttamente senza passare per le stazioni appaltanti qualificate;
- fino a 5,3 milioni di euro, le stazioni appaltanti possono attivare procedure negoziate o affidamenti diretti rispettando il principio della rotazione.
- Appalto integrato: il contratto potrà avere come oggetto la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica approvato.
- Rating di impresa: sarà gestito dall’Anac, che avrà un ruolo anche nella gestione della Banca dati nazionale dei contratti pubblici.
- Liberalizzazione subappalti:
- vietate l’integrale esecuzione da parte di terzi e le attività prevalenti;
- ammesso il subappalto a soggetti qualificati per svolgere le prestazioni, indicati in sede di offerta.
- Dissenso costruttivo: per superare gli stop degli appalti quando è coinvolta una pluralità di soggetti, in sede di conferenza di servizi l’ente che esprime il proprio diniego dovrà motivarlo e fornire una soluzione alternativa.
- Salvaguardia del Made in Italy: inseriti come valori premiali, nei criteri di valutazione dell’offerta, la percentuale dei prodotti originari italiani o dei paesi UE rispetto al totale, e la valorizzazione delle imprese locali con sede nel territorio interessato dall’opera.
Appalti digitali dal 2024
La digitalizzazione prevista dal nuovo Codice Appalti, riguarda l’intero ciclo di vita dei contratti pubblici (programmazione, progettazione, pubblicazione, affidamento ed esecuzione) e ne prevede la gestione attraverso piattaforme e servizi interoperabili.
Le piattaforme di approvvigionamento digitale sono costituite da servizi e sistemi informatici, interconnessi e interoperanti, utilizzati dalle stazioni appaltanti e dagli enti concedenti per assicurare la piena digitalizzazione dell’intero ciclo di vita dei contratti pubblici. Il tempo necessario per mettere a punto l’intero sistema (compresi i regolamenti), ne fa slittare l’entrata in vigore al prossimo gennaio.