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IMU: pasticcio aliquote, i Comuni più penalizzati

di Francesca Vinciarelli

26 Aprile 2012 10:15

Incubo aliquote IMU: contribuenti esenti costretti a pagare un acconto superiore al saldo ed altri tartassati in relazione alla base imponibile, soprattutto nelle metropoli come Roma e Torino.

Le conseguenze incresciose di una normativa frettolosa e mal studiata come quella che il Governo ha riservato all’IMU non fanno che moltiplicarsi.

A giugno si profila un autentico caos, soprattutto in quei Comuni che, avendo stabilito un‘aliquota inferiore a quelle ordinarie (Trieste, Peschiera del Garda, Vicenza, Sacile, Polistena, Acquaformosa, Pontivrea…),  vedranno i poveri contribuenti costretti a versare un acconto superiore a quanto dovrebbero pagare a saldo – in alcuni casi sarebbero addirittura esenti grazie alle agevolazioni – con la conseguenza di dover attendere un fantomatico rimborso senza che neppure ne siano state definite le modalità.

«E’ un pasticcio, per come è scritta la norma sull’IMU si può arrivare a questa conclusione assurda» ha dichiarato Maurizio Leo (Pdl), presidente della Commissione parlamentare per l’Anagrafe tributaria, che ha sollevato il problema in  Commissione Finanze a Montecitorio.
Il ministero potrebbe risolvere il problema con un atto amministrativo. «Ma questo non basta, secondo Leo: «il criterio fissato nel decreto fiscale porterebbe contribuenti che diventano esenti a essere obbligati a versare per poi avere la restituzione, con modalità peraltro non previste».

E intanto, sull’altro versante – quello dei Comuni più severi – Roma si conferma capitale, anche in relazione all’IMU: la nuova imposta è infatti particolarmente pesante per le metropoli ed in particolare per Roma, dove si registra una base imponibile molto più alta della media ed un aliquota altrettanto pesante.

Questo è in sintesi il risultato delle scelte municipali,che, alle prese con i  bilanci 2011 e 2012, hanno spesso scelto la strada più facile di incrementare le imposte.

È da evidenziare, tra l’altro, che i numeri previsti per fine giugno potranno ancora peggiorare a causa dei tempi supplementari riconosciuti ai Comuni e al Governo per fissare i livelli di prelievo definitivi, che rispettivamente potranno esprimersi entro il 30 settembre e il 10 dicembre.

La Capitale detiene quindi il record sia per le prime abitazioni, sia per gli immobili dati in affitto.

Nel primo caso secondo il Catasto e i moltiplicatori IMU un trilocale in zona residenziale vale 299mila euro, contro i 208mila di Milano e i 63mila di Cosenza e Reggio Calabria, mentre nel secondo caso un bilocale paga 1.343 euro all’anno, con Milano a 1.140 euro, Bologna a 1.103 e Torino a 1.058,5.

Il bilancio dovrà inoltre tenere conto delle evoluzioni sull’imposta di scopo ritoccata dagli emendamenti al decreto fiscale, sul quale il ministero dell’Economia ricorda che la tassa esiste dal 2007, ma ora deve essere «coordinarla con la nuova IMU».

E tutto questo mentre all’orizzonte si profila l’incubo numero 2 per i contribuenti: l’IMU bis ossia l’altra imposta di scopo già esistente ma ora resa normativamente molto allettante per i Comuni, che finora non l’avevano quasi considerata ma che oggi, grazie a quanto concesso loro dal decreto Salva Italia, diventa uno strumento per finanziare al 100% eventi ed opere.