Da Studi di settore a indicatori di compliance

di Barbara Weisz

Pubblicato 8 Settembre 2016
Aggiornato 6 Aprile 2017 15:23

La riforma degli Studi di settore è ufficiale, addio ai vecchi parametri, spazio a nuovi indicatori di compliance e affidabilità: meccanismo e vantaggi.

Sempre più vicino l’addio agli Studi di settore: niente più ricavi di congruità ma, come annunciato dal Ministero dell’Economia, nuovi indicatori di compliance fiscale. L’innovativo strumento, basato su parametri, rileva il grado di affidabilità del contribuente. I vantaggi? Restano fuori alcuni tipi di accertamento e si riduce il periodo di accertabilità. Per ora, l’iniziativa è in via fase di sperimentazione ma non si esclude che le novità in materia di Studi di settore possano essere inserite già nella prossima Legge di Stabilità 2017.

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Gli indicatori di compliance prendono in considerazione i seguenti elementi:

  • ricavi, valore aggiunto e reddito d’impresa;
  • modello di regressione basato su dati panel (8 anni invece di 1) con maggiori informazioni e stime più efficienti;
  • modello di stima, che coglie l’andamento ciclico senza dover richiedere correttivi congiunturali (correttivi crisi);
  • nuova metodologia di individuazione dei modelli organizzativi.

Gli indicatori di normalità economica (finora utilizzati per la stima dei ricavi) diventeranno indicatori per il calcolo del livello di affidabilità del contribuente rispetto a una serie di parametri. L’affidabilità si misura su una scala da 1 a 10 e sopra quota 8 si ottengono le premialità. Fra i vantaggi, inoltre, un numero minore di informazioni da inserire nel modello di trasmissione dei dati.

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L’indicatore è costruito attraverso un preciso processo metodologico: analisi della qualità dei dati, che viene effettuata in modo più puntale di prima introducendo nuovi filtri, individuazione dei fattori caratteristici dei processi produttivi (ad esempio, per un’attività commerciali all’ingrosso, funzione logistica, informativa, servizi, forza vendita, attività non core), individuazione di gruppi omogenei, stima di valore aggiunto, ricavi e reddito, indicatori significativa (valore aggiunto per addetto, ricavi o reddito per addetto, durata scorte, costi, valre beni per addetto), che prenderanno il posto degli indicatori di coerenza o normalità economica), e infine elaborazione dell’indicatore.

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Soddisfazione da parte delle PMI di Rete Imprese Italia:

«gli Studi di settore non costituiranno più uno strumento di accertamento, ma di selezione delle imprese, mirato a individuare il grado di “affidabilità e compliance” a cui è connessa la riduzione dell’attività di controllo». «Essenziale la fase di affinamento e di condivisione della nuova metodologia di costruzione al fine di valutare gli effetti in termini globali dei risultati sull’intera platea dei soggetti per cui si renderanno via via applicabili».