Detrazione bonus edilizi: in 10 anni: con o senza cessione di quote residue?

Risposta di Barbara Weisz

20 Giugno 2023 07:20

Giuseppe chiede:

Nel 2022 ho ristrutturato casa di proprietà come abitazione di residenza e non ancora dichiarato la fine lavori. Mi chiedo, visto che non sono riuscito a cedere il credito, posso inserire la prima rata nel modello 730 e poi – se la cessione credito si sblocca – cedere il rimanente a Poste o banca? Oppure poi resto obbligato a procedere così per dieci anni?

Per la detrazione in dichiarazione dei redditi del Bonus Ristrutturazione (al 50%, in dieci quote annuali di pari importo), dovrebbe essere possibile cedere il credito sulle rate residue della detrazione per ristrutturazioni edilizie che rientrano nelle fattispecie ammissibili a tale opzione.

Lo indica per esempio la circolare dell’Agenzia delle entrate 24/2020. In base alla quale l’opzione per la cessione del credito è esercitabile «anche sulla base delle rate residue di detrazione non fruite».

In base all’esempio della circolare, il contribuente che ha sostenuto la spesa nell’anno 2020 poteva scegliere di fruire delle prime due rate di detrazione spettante, indicandole nelle relative dichiarazioni dei redditi, e di cedere il credito corrispondente alle restanti rate di detrazione.

Questo perché inizialmente la legge limitava a due anni l’ipotesi di cessione del credito. La formulazione originaria dell’articolo 121 del dl 34/2020 riconosceva infatti l’ipotesi di sconto in fattura o cessione del credito solo ai soggetti che sostenevano le spese per gli interventi edilizi ammessi nel 2020 e nel 2021. L’attuale articolo 121 le estende invece al 2024, senza modificarne le regole di fruizione.

Il mercato delle cessioni è poi stato successivamente bloccato dal decreto Superbonus, che però si riferisce ai lavori che non erano ancora terminati al 17 febbraio 2023.

Le norme sulla cessione del credito sono state modificate molte volte nel giro di pochi anni, rendendo il quadro generale molto complesso. Ma direi che lei non ricade nello stop previsto dal dl 11/2023 perché stiamo parlando di lavori effettuati nel 2022, quindi ammissibili alla cessione del credito.

Nel caso di lavori ammessi al Superbonus, invece, il discorso è più complesso. Sulle sole spese 2022 si può scegliere sia di applicare la detrazione ordinaria in 4 anni (che consente la cessione delle quote residue anche dopo una prima detrazione) sia la nuova opzione di detrazione edilizia decennale, che però impone di saltare il primo utilizzo nel 730/2023 e di applicare la detrazione soltanto a partire dal 2024.

In questo caso, l’opzione è irrevocabile e la scelta si riferisce a tutte le rate residue. Chi indica di voler fruire di tale opzione il prossimo anno nel suo 730, poi dovrà continuare a sfruttare la dichiarazione dei redditi per il recupero dell’IRPEF e non potrà più optare per la cessione del credito. L’irrevocabilità dell’opzione sembra infatti impedire anche la possibilità, in futuro, di effettuare la cessione delle rate di detrazione residue.

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