Perché scegliere l’RFID?

di Paolo Iasevoli

21 Febbraio 2007 10:35

La ricerca condotta da IDC presso le imprese di tutto il mondo fotografa una tecnologia in costante ascesa. Ma i suoi utilizzi variano in base all'area geografica

L’RFID (Radio Frequency IDentification) è tra le tecnologie più quotate per il prossimo futuro, in particolare per quanto riguarda i settori della sicurezza e del Mobile.

Un sistema basato sull’RFID permette di identificare oggetti in maniera automatica, dopo che ognuno di essi sia stato ‘etichettato’ con un codice. Questo può valere per un prodotto di consumo ma anche per una persona, come nel caso della pillola-radio recentemente brevettata da Kodak per uso medico. Ma quali sono gli effettivi vantaggi che l’RFID potrebbe portare alle imprese?

Già un’indagine condotta da Zebra Technologies aveva evidenziato lati positivi e negativi della nuova tecnologia e ora IDC arricchisce il quadro pubblicando i risultati del secondo RFID Worldwide Perspective, ricerca condotta annualmente per rilevarne i diversi utilizzi aziendali a livello mondiale.

Il dato che emerge fotografa un’ascesa lenta ma continua: le imprese hanno assunto un atteggiamento cauto nei confronti dell’RFID ma le previsioni indicano un netto aumento degli investimenti nei prossimi 5 anni. Ancor più significativo è l’implementazione della tecnologia nei processi di business, che risulta essere differente a seconda delle regioni geografiche.

In Europa le imprese vedono l’RFID come uno strumento per migliorare la catena di fornitura e snellire la gestione del magazzino. Dunque le applicazioni pratiche riguardano la possibilità di seguire il prodotto lungo tutta la filiera distributiva e di rendere l’inventario delle scorte più efficiente ed efficace tramite il riconoscimento automatico della merce (ad esempio usando scanner ottici).

In USA, invece, l’RFID risponderebbe alla necessità di poter tracciare ovunque il prodotto ma la sua adozione sembrerebbe spinta anche dall’obbligo di conformarsi alle normative federali. Una preoccupazione che invece non affligge le imprese asiatiche, interessate a poter controllare gli spostamenti della merce in modo più trasparente.