Fondamentale per le imprese italiane investire in innovazione e tecnologia per agevolare il processo di cambiamento e uscire dalla crisi più forti e competitive. Tuttavia, secondo i dati del Politecnico di Milano – presentati in occasione delle Smau 2010 di Milano – in Italia la spesa in ICT tocca soltanto l’1,9% del PIL.
Solo il 54% delle imprese possiede una connessione Internet a banda larga mentre, per esempio, in Germania la percentuale è ben dell’84% e la spesa per l’IT è pari al 3,4% del PIL.
Guardando alla dotazione IT delle Pmi, lo studio rivela quanto queste siano ancora “digitalmente immature“, possedendo in media meno di un pc per addetto. Più in particolare le piccole e medie imprese italiane assegnano ad ogni dipendente 0,7 pc fissi e 0,3 computer portatili.
Livelli ancora troppo bassi, nonostante il trend sia in crescita: negli ultimi tre anni, infatti, si è assistito ad una crescita del 40% per i pc fissi e del 49% per i portatili, portando l’indice di maturità a salire, rispetto al 2007, da 40 a 47.
L’Osservatorio ha invece rivelato quanto sia importante investire in innovazione. In base ai risultati dei bilanci primo semestre 2010, infatti, un buon numero (70%) di imprese innovative hanno retto meglio alla crisi e stanno tornando a crescere (fatturato e utili) grazie agli investimenti nell’ammodernamento dei processi.
Tra le piccole e medie imprese che hanno investito in tecnologie digitali il 40% ha visto crescere il proprio fatturato di oltre il 10% in media all’anno negli ultimi 5 anni; per una su quattro è cresciuto di oltre il 20% annuo.
Un terzo delle imprese analizzate ha registrato nei primi sei mesi dell’anno un incremento rispetto allo stesso periodo del 2009 superiore al 20%. Bene soprattutto i settori tipici del Made in Italy quali Abbigliamento, Alimentare, Arredamento, Calzaturiero e Metalmeccanico.