Tratto dallo speciale:

Riforma Lavoro: in piazza per una nuova politica economica

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 9 Maggio 2012
Aggiornato 16:43

Riforma del lavoro: indetta per il 2 giugno, festa della Repubblica, una manifestazione congiunta di Cgil Cisl e Uil per chiedere al Governo di cambiare politica economica in Italia.

A margine dell’iter parlamentare della riforma del lavoro, è stata indetta per il 2 giugno una manifestazione romana promossa in maniera congiunta da Cgil Cisl e Uil: «abbiamo deciso di fare una grande mobilitazione a Roma il 2 giugno. Per festeggiare insieme la festa della Repubblica, parlando di lavoro», ha spiegato il leader della Uil Luigi Angeletti.

La scelta della data non è casuale: «nella nostra scelta ci sono una ragione simbolica e una sostanziale: quella simbolica è che il 2 giugno è la festa della Repubblica fondata sul lavoro, cosa che spesso viene dimenticata; quella sostanziale è che in un periodo di crisi la dimensione del lavoro è quella più sacrificata da molti punti di vista» e quindi è giusto parlarne proprio in questa occasione, precisa Angeletti.

Il Governo sembra guardare solo ai problemi di bilancio e al fiscal compact, puntando tutto su questi per risollevare il Paese. Per Angeletti però questa politica si rivelerà fallimentare, bisognerebbe invece puntare sul lavoro, salvaguardando i lavoratori.

Per Susanna Camusso della Cgil se questo non avverrà si arriverà ad un punto di rottura, «e prima che si arrivi a un punto di non ritorno è auspicabile e rivendicabile che il Governo cambi la politica economica».

Proprio «convincere o costringere» l’Esecutivo a cambiare la politica economica è l’obiettivo della manifestazione del 2 giugno, ribadisce Raffaele Bonanni (Cisl), bisogna «garantire assolutamente una sterzata sulla vicenda fiscale che non solo rappresenta il segno maggiore di ingiustizia nel nostro Paese, dove chi ha di più paga di meno e chi ha di meno paga di più, ma perché il tipo di tassazione che si applica ha una valenza economica straordinaria».

Quella italiana, per Bonanni, è un’economia asfittica che come tale va stimolata con i consumi, «stipendi più bassi e tasse molto alte di certo non aiutano».

A preoccupare ci sono soprattutto gli ultimi dati che lanciano l’allarme disoccupazione e «purtroppo la prospettiva è negativa anche per il 2012, quando è realistico aspettarsi che il tasso di disoccupazione torni a due cifre» (attualmente al 9,8%), come successo «per l’ultima volta nel secolo passato», ricorda Angeletti.

Un richiamo particolare arriva al mondo dell’imprenditoria, perché proprio gli imprenditori «sono persone che vivono del loro lavoro» e che purtroppo spesso muoiono anche per esso, «ci auguriamo di averle al nostro fianco» aggiunge il sindacalista.

Bonnanni tocca infine un’altra nota dolente dell’attuale sistema fiscale italiano, l’IMU: «i sindacati hanno chiesto una patrimoniale per i ricchi e si sono ritrovati una patrimoniale per i poveri» e per questo di dichiara «molto vicino ai tanti sindaci che stanno pensando di rivedere l’IMU con l’obiettivo di non appesantire chi possiede una sola casa».