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Pensioni pagate con la cannabis, la proposta Svizzera

di Noemi Ricci

9 Agosto 2017 09:46

Il partito dei Verdi Liberali svizzeri propone una curiosa soluzione per risolvere il problema delle pensioni, basta utilizzare i proventi dalla legalizzazione della cannabis.

Finanziare le pensioni nel lungo periodo è una sfida complessa per la maggior parte degli Stati, compresa la Svizzera, dove però il partito dei Verdi Liberali avrebbe trovato una soluzione. In pratica sarebbe sufficiente depenalizzare il consumo di cannabis nel Paese, con l’obiettivo di tassarla e ottenerne i relativi benefici economici.

Non è la prima volta che la politica considera la depenalizzazione delle droghe leggere per risolvere qualche problema economico o risollevare alcune iniziative non decollate per carenza di fondi. D’altronde, se esistono fenomeni comunque molto diffusi benché proibiti, tanto vale sfruttarli a favore della collettività, anziché lasciarli nelle mani di organizzazioni criminali. Questo, evidentemente, è quello che devono aver pensato gli esponenti del partito, che conta anche 7 deputati al Parlamento Federale.

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Nello specifico la proposta rientra nel dibattito sulla revisione del meccanismo previdenziale, che sarà oggetto di voto nel prossimo mese di settembre. In Svizzera infatti si assiste ad un momento critico in cui i conti dell’AVS, ovvero l’Assicurazione Vecchiaia e Superstiti, potrebbero iniziare a farsi difficili. Anche in virtù dell’innalzamento dell’aspettativa di vita, tra pochi anni l’ente farà fatica ad erogare le pensioni.

Per questo motivo si pensa all’innalzamento dell’età pensionabile delle donne, da 64 a 65 anni, nonché al trasferimento verso questo ente dello 0,6% dell’Iva e l’innalzamento dei contributi dei lavoratori dello 0,3%.

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Secondo la proposta dei Verdi, che potrebbe suonare come una provocazione, con la liberalizzazione della canapa si potrebbero garantire le rendite almeno fino al 2030. Infatti:

“La canapa comporta un giro d’affari di 600 milioni di franchi all’anno, le imponiamo una tassa del 25% e incassiamo 150 milioni che destiniamo all’AVS”.

Questa proposta avrebbe anche degli effetti positivi collaterali, come la riduzione dei costi giudiziari derivanti dallo spaccio e dal consumo di canapa, che non avrebbero più senso di esistere e con la quale si otterrebbero ulteriori 260 milioni di euro.