
Ho la possibilità di andare in pensione nel 2024 con il calcolo contributivo, poiché ho iniziato a lavorare nel 1988. Compiendo 64 anni nel 2024, con la gestione separata il lordo maturato rientrerebbe nel 2,8 dell’assegno sociale 2023 ma non so se tale importo l’anno prossimo sarà lo stesso: se aumenta non potrò andare in pensione, perché non rientrerò più nei parametri del calcolo.
Come posso aumentare in questo anno 2023 il montante contributivo con un versamento volontario (anche sulla gestione separata) per avere la sicurezza di ottenere una pensione lorda che soddisfi il requisito dei 2,8 del nuovo assegno sociale?
Per ritirarsi a 64 anni di età si può ricorrere alla Quota 103, per la quale sono necessari 41 anni di contributi. Questa forma di pensione anticipata non prevede un ricalcolo contributivo della pensione. Quindi, i versamenti precedenti al 31 dicembre 1995 restano conteggiati con il retributivo e quelli successivi con il contributivo (calcolo pensione con sistema misto).
Per la pensione contributiva a 64 anni, invece, i versamenti contributivi devono essere interamente successivi al 31.12.1995 (almeno 20 anni effettivi, per cui sono esclusi i figurativi). La pensione contributiva piena (a cui accedono i cosiddetti “contributivi puri”) si può utilizzare in alternativa anche tramite il computo nella Gestione Separata, che però a sua volta richiede meno di 18 anni versati prima del 1996, almeno 5 anni versati a partire dal 1996 e almeno 15 anni di contributi totali.
Fatta questa precisazione, le confermo che in tutti i casi è necessario aver maturato un assegno pari ad almeno 2,8 l’importo dell’assegno sociale (nel 2023, dunque, bisogna aver maturato una pensione mari ad almeno 1409 euro).
Non mi pare ci sia il rischio che lei, rientrando in questo requisito nel 2023, lo perda nel 2024 in considerazione dell’adeguamento all’inflazione: così come salgono i coefficienti legati all’inflazione, salgono anche quelli in base ai quali si valorizzano i versamenti contributivi per il diritto alla pensione.
Per quanto riguarda il versamento di contributi volontari, per ottenere l’autorizzazione dall’INPS bisognerebbe soddisfare una serie di requisiti (per esempio, la mancanza di lavoro). Se però lei ha già ottenuto in passato l’autorizzazione a questi versamenti, allora potrebbe procedere perché tale autorizzazione non decade mai, anche se l’assicurato smette di effettuare i versamenti.
In alternativa, l’unico modo per accrescere il montante contributivo è prolungare la permanenza nel mondo del lavoro.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz