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Manovra bis: peggiori vittime, i lavoratori dipendenti

di Nicola Santangelo

Pubblicato 6 Settembre 2011
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:39

A quanto pare quel che non ha permesso lo sviluppo dell’Italia in questi anni, secondo il Governo, sarebbero stati i troppi diritti dei lavoratori, soprattutto in materia di licenziamento senza giusta causa: è quel che si evince dalle disposizioni dell’articolo 8 della Manovra Finanziaria bis, passate in commissione Bilancio e in via di approvazione parlamentare, che cancellano lo Statuto dei Lavoratori con buona soddisfazione di maggioranza, Confindustria, CISL e UIL.

Quel che il Governo pare comunicare con l’approvazione del nuovo testo della manovra finanziaria è sintetizzabile nel seguente modo: in deroga a quando disposto dall’attuale normativa (articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori) vi informiamo che faremo saltare i rapporti tra datori di lavoro e dipendenti.

Gli “scettici della manovra bis” potrebbero pensare che al Governo non importi dei lavoratori, alla luce delle varie proposte, approvate o meno, inserite in Finanziaria: libertà  di licenziamento con accordo sindacale, tassazione sugli stipendi, dilazione dei TFR, taglio delle tredicesime, abolizione ponti, allungamento dell’età  pensionabile, riduzione degli anni di contributi…. In pratica, obbligo di lavorare per sempre per l’azienda, finché morte non li separi.

Tutto questo per il bene dell’Italia, ovviamente. Perché adesso, con la cancellazione del Contratto Nazionale di Lavoro e dello Statuto dei Lavoratori di certo il nostro Paese decollerà . Si prospetta un incremento della produttività  che neppure vi immaginate. Un futuro rosei da fare invidia agli altri Paesi, Germania in testa.

Ma sempre gli “scettici della Manovra Finanziaria 2011” potrebbero chiedersi: cosa ha a che fare la libertà  di licenziamento con lo sviluppo del Paese?
In effetti in pochi saprebbero rispondere convincendo l’interlocutore. Fatto sta che la Manovra bis ne cambia le regole: i contratti di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale opereranno anche in deroga alle disposizioni di legge e alle relative regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali. Questo, in pratica, permetterà  il licenziamento senza giusta causa in caso di accordo raggiunto a maggioranza dai sindacati più rappresentativi.

Nello specifico, sarà  possibile, a livello aziendale, creare intese con efficacia per tutti i lavoratori di aziende con più di 15 dipendenti. Gli accordi, validi se sottoscritti dalla maggioranza dei sindacati, potranno riguardare l’organizzazione del lavoro e della produzione nonché le modalità  di assunzione e la disciplina del rapporto di lavoro. Le parti potranno decidere anche il licenziamento in deroga all’articolo 18.

Detto ciò, pensate anche voi sia realmente possibile aumentare la produttività  delle aziende stringendo un cappio attorno al collo dei lavoratori dipendenti? In un Paese in rovina, il Governo sembra voler distruggere quei piccoli legami che ancora reggevano, stravolgendo l’attuale normativa con la complicità  dell’espressione “in deroga”.