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Assunzioni agevolate di donne: settori e professioni ammesse

di Barbara Weisz

Pubblicato 16 Settembre 2013
Aggiornato 10 Febbraio 2014 09:15

Online le liste di settori e professioni ad alta disparità di genere a cui si applicano gli incentivi per l'assunzione agevolata di donne della Riforma del Lavoro: c'è l'intera classe dirigente italiana, manager di PMI compresi.

Online i settori economici e le professioni (compresi amministratori e direttori di azienda) ad alta disparità di genere che il Ministero del Lavoro favorisce destinandovi gli incentivi fiscali per l’assuzione agevolata di donne previsti dalla Riforma del Lavoro Fornero (articolo 4, commi da 8 a 11, legge 92/2012): due decreti ministeriali del 2 settembre 2013 identificano, per il 2013 e il 2014, gli  ambiti lavorativi con squilibrio superiore al 25% rispetto alla media (ad elevato spread uomo donna) e come tali oggetto di agevolazioni per promuovere l’assunzione di personale femminile e colmare il gap.

Incentivi 2013 – 2014

Gli incentivi all’assunzione (50% dei contributi a carico del datore di lavoro per un periodo di 12 mesi) riguardano le donne di ogni età prive di impiego regolarmente retribuito da 24 mesi, oppure le donne senza impiego regolarmente retribuito da 6 mesi se esercitano una delle seguenti professioni o se lavorano nei seguenti settori ad alta disparità occupazionale di genere o se risiedono in aree svantaggiate. Vediamo le tabelle, con i tassi di disparità uomo-donna 2013 e 2014, tenendo presente che le professioni sono differenziate in base alla specifica classificazione Ateco (che comprende, ad esempio, anche gli imprenditori, ai quali evidentemente non si applica l’agevolazione per l’assunzione).

Settori di attività Gap 2013 Gap 2014
Costruzioni 83,9% 83,4%
Industria estrattiva 75,4% 74,8%
Acqua e gestione rifiuti 70,5% 66,6%
Industria energetica 60,9% 54,5%
Trasporto e magazzinaggio 59,7% 58,4%
Industria 54,8% 54,4%
Industria manifatturiera 44,7% 45%
Agricoltura 36,8% 36,8%
Informazione e comunicazione 35,1% 29,9%
Servizi generali della PA 32,5% 32,2%
Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 25,8% 21,8%


Professioni Gap 2013 Gap 2014
Sergenti, sovrintendenti, marescialli
delle forze armate
98% 97,7%
Conduttori di veicoli, macchinari mobili,
sollevamento
95,7% 96,9%
Truppa delle forze armate 95,6% 94,1%
Artigiani e operai metalmeccanici
specializzati,installatori e manutentori di
attrazzature elettriche ed elettroniche.
94,2% 94,8%
peggiorato
Ufficiali delle forze armate 93,9% 92,7%
Artigiani e operai specializzati industria
estrattiva, edilizia, manutenzione edifici.
84,5% 91,9%
peggiorato
Agricoltori e operai specializzati di
agricoltura, foreste, zootecnia, pesca, caccia.
72,5% 70,9%
Professioni tecniche in campo scientifico,
ingegneristico e della produzione.
70,9% 69,9%
Imprenditori, amministratori e direttori
di grandi aziende.
67,1% 72,9%
peggiorato
Ingegneri, architetti e professioni
assimilate.
66,6% 65,5%
Conduttori di impianti industriali. 65,7% 68,5%
peggiorato
Professioni non qualificate nella
manifattura, estrazione di minerali, costruzioni.
63,5% 61,9%
Specialisti in scienze matematiche, informatiche,
chimiche, fisiche e naturali.
57,5% 51,8%
Imprenditori e responsabili di piccole
aziende.
56,8% 40,6%
Operatori di macchinari fissi in agricoltura
e nell’industria alimentare
39,3% 34,5%
Artigiani e operai specializzati nella
meccanica di precisione, artigianato artistico,
stampa e assimilati.
39,3% 35,9%
Professioni non qualificate nell’agricoltura,
manutenzione del verde, allevamento,
silvicoltura, pesca.
32,9% 33,4%
Operai semiqualificati di macchinari fissi
per la lavorazione in serie e operai addetti
al montaggio.
31,8% 32,7%
peggiorato
Membri dei corpi legislativi e di governo,
dirigenti ed equiparati nell’amministrazione
pubblica, nella magistratura, nei servizi di
sanità, istruzione e ricerca, nelle organizzazioni
di interesse nazionale e sovranazionale.
21,6% Non più
ad alta disparità
Specialisti nella salute. 21% 14,3%
Artigiani e operai specializzati nelle lavorazioni
alimentari, legno, tessile, Abbigliamento, pelli,
cuoio, industria dello spettacolo.
19,4%

22,2%
peggiorato

 

Criteri e trend

Le tabelle 2013 sono compilate in base al tasso di disparità 2011 (11,3%) per cui rilevano gli ambiti con spread oltre il 14,1% (+25%). Per il 2014 ci si bassa sul dato 2012 (10,2%) e quindi rilevano quellio oltre il 12,7%. Tra i dirigenti di PMI il gap resta elevato ma il trend è positivo. Viceversa, nelle grandi imprese lo squilibrio nella dirigenza è peggiorato. Sul fronte della classe dirigente, il risultato migliore riguarda i legislatori e il settore pubblico, unico comparto che nel 2014 non è più considerato ad alta disparità. Tra i settori, lo squilibrio uomo-donna è aumentato fra artigiani e operai specilizzati di metalmeccanica, edilizia,  alimentare, legno, tessile e abbigliamento, industria dello spettacolo. Fonte: DM Lavoro, 2/9/2013 sui settori ad alta disparità uomo donna nel 2013 e nel 2014