È stata confermata dal Pentagono stesso la notizia della violazione del proprio sistema di e-mail.
I siti amministrativi e soprattutto militari hanno sempre costituito uno stimolo per gli appassionati di hacking.
Fin dalle prime apparizioni di internet sono stati moltissimi i tentativi di ingresso a informazioni riservate e a sistemi protetti e c’è da dire che alcune volte il tentativo è stato anche accompagnato dal successo.
Le motivazioni nel tempo sono state varie, dalla lotta politica tra le nazioni a colpi di spionaggio tecnologico al semplice desiderio di centralità e di attenzione che colpiva questo o quel singolo hacker.
In questo caso la violazione è stata subita dal Pentagono ed in particolari da almeno un terzo dei computer che lavoravano presso la segreteria della Difesa.
Da sottolineare il fatto che un terzo potrebbe non rendere l’effettiva realtà del problema. Al Pentagono per la Difesa lavorano più di 3000 persone per cui un terzo equivale ad almeno 1000 PC.
La situazione, giovedì, è apparsa subito anomala (i malcapitati non hanno potuto accedere al servizio) e non è stata ancora completamente ripristinata.
Ovviamente immediati sono stati i tentativi di calmare le acque. Alcune dichiarazioni hanno infatti subito sottolineato come il contenuto di tutte le mail presenti negli uffici del dipartimento della Difesa fossero di carattere amministrativo e non militare.
Inoltre, aggiungono: “i sistemi della Difesa prevedono un sistema completamente ridondato per cui, almeno dal punto di vista del ripristino dei dati non ci sarà alcun problema”.
Per il momento non sono stati diffuse altre notizie circa, ad esempio, la fonte dell’attacco o il livello di autorizzazione raggiunto dall’hacker.
Molto curioso l’atteggiamento del segretario alla Difesa, Robert Gates, alle domande circa l’accaduto. Quando i giornalisti, preoccupati per le possibili notizie in mano agli hacker, gli hanno chiesto se era stato violato anche il suo account lui ha risposto: “io non mando e-mail, sono una persona molto poco tecnologica”.