FBI è partner dell’Internet Crime Complaint Center

di Alessandro Vinciarelli

Pubblicato 18 Giugno 2007
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:50

Che internet e le reti in generale abbiano un alto livello di rischio e che l’esigenza di sicurezza informatica è sempre più pressante lo sanno tutti. Sappiamo anche che a livello governativo molte nazioni si stanno muovendo con l’istituzione di organi specifici preposti al controllo informatico.

Quello che non molti sanno è invece che in America è da tempo istituito un organismo, l’Internet Crime Complaint Center (IC3), costituito da un azione di patnership tra l’FBI (Federal Bureau of Investigation) e l’NW3C (National White Collar Crime Center).

Il suo scopo dichiarato è quello di veicolo per diffondere informazioni e soprattutto aiuto a beneficio di chiunque venga colpito da crimini informatici. Semplicemente vuole essere un punto per la raccolta di esperienze negative riguardo l’informatica ed per una rapida e semplice denuncia alle autorità.

Chiaramente collabora con gli organi legislatori, in qualità di esperto in materia, per la stesura delle norme che proteggano la società civile dalla crescente piaga mondiale.

Tuttavia, quello che non si evince dalle pagine del sito è forse la parte più interessante dell’opera USA nella lotta al crimine informatico, ovvero quella che spesso troviamo nei film e che riguarda intrecci e legami tra le varie nazioni protagoniste su scala mondiale.

Ad esempio è notizia recente che in un vertice NATO tenuto a Bruxelles si siano trattati anche temi di carattere informatico e in particolare di una disputa politica tra America e Russia circa un attacco di tipo Denial of service a danno di una moltitudine di server Estoni.

Nella fattispecie, molti siti militari e istituzionali estoni sono stati resi indisponibili da un attacco proveniente dalla Russia e questo, ovviamente, ha scatenato le ire dell’America che ha dichiarato: “un attacco contro un alleato è considerato come un attacco all’intera Alleanza e quindi anche ad America, UK, ecc.”

La vicenda ha sicuramente dei toni esasperati, sembra un film sulla seconda guerra mondiale, ma sottolinea come ormai il crimine informatico muove, direttamente o indirettamente, interessi economici e politici molto sostenuti.