Tratto dallo speciale:

Decreto Dignità e Flat Tax: boom di false Partite IVA?

di Chiara Basciano

9 Ottobre 2018 09:30

Il combinato del Decreto Dignità e della imminente flat tax per le partite IVA comporta potenziali rischi per imprese e lavoratori: si apre un nuovo scenario per i lavoratori, su cui l'AIDP lancia un monito.

L’AIDP – Associazione dei direttori del personale – sottolinea l’esigenza di rivedere le regole per evitare un boom di finti lavoratori autonomi. In buona sostanza, l’effetto combinato di Decreto Dignità e Flat Tax al 15% per le sole Partite IVA potrebbe causare un incremento delle nuove aperture, andando contro alle reali necessità del momento e a quelli che sono gli scopi dichiarati del Decreto.

Sullo sfondo, le nuove regole secondo cui i contratti a termine e in somministrazione d’ora in poi potranno essere attivati per un massimo di 24 mesi e, dal secondo anno, solo con l’individuazione delle causali.

L’incremento delle “consulenze” porterà di conseguenza, ad una diminuzione dei contratti di assunzione e ad un maggiore ricambio di lavoratori all’interno della stessa azienda. Ciò comporta in taluni casi un impoverimento di competenze per le aziende, che registreranno un frenetico turnover nel caso in cui non si decidesse di passare ad un’assunzione a tempo indeterminato.

Nel contempo i lavoratori dovranno mostrarsi sempre più flessibili, con un carico maggiore di stress.

Visto il quadro delineato da AIDP Isabella Covili Faggioli, Presidente AIDP si fa portavoce delle richieste di settore, ossia:

ripristino delle precedenti regole (ok i contratti a termine della durata di 24 mesi ma abolizione della causali e nessun costo aggiuntivo per i rinnovi).

Da un lato per scongiurare il boom di lavoro autonomo irregolare (con il rischio connesso dell’aumento del contenzioso selvaggio) e dall’altro per riaffermare che la flessibilità contrattuale normata e tutelata è una esigenza vitale per il corretto funzionamento delle nostre imprese e di una moderna organizzazione del lavoro.

Il rischio di provvedimenti non organici ad un disegno di riforma complessivo è l’eterogenesi dei fini.