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Assegni d’oro: il Governo boccia il taglio

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 5 Febbraio 2014
Aggiornato 17 Febbraio 2014 16:50

La Commissione Lavoro alla Camera ha bocciato il Ddl Meloni sulle pensioni d'oro: le motivazioni.

Stop in Commissione Lavoro alla Camera per il disegno di legge Meloni sulle pensioni d’oro, il motivo? Il tetto dei 3.200 euro netti inclusa la previdenza integrativa e quella complementare è troppo basso per considerarli assegni d’oro. L’emendamento che cancella l’intero provvedimento di Giorgia Meloni (presidente di Fratelli d’Italia) è stato presentato Sergio Pizzolante (Ncd) e è stato votato da tutti i gruppi, a parte M5S e Fratelli d’Italia.

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Ddl contro gli assegni d’oro

Il Ddl sugli assegni d’oro puntava a vietare trattamenti pensionistici superiori a dieci volte il trattamento minimo dell’INPS (5mila euro lordi pari a circa 3.200 euro netti), tenendo conto del cumulo di tutte le pensioni, incluse quelle integrative e complementari, e prevedeva il ricalcolo degli importi delle pensioni ottenuti con il sistema retributivo per verificare la differenza con il calcolo mediante sistema contributivo.

Motivi della bocciatura

La bocciatura del Ddl Meloni, spiega la relatrice Maria Luisa Gnecchi (Pd) che ha ricevuto il mandato a riferire in Aula contro il provvedimento, è frutto della volontà di affrontare il tema con serietà. Non piace che la proposta Meloni metta insieme le pensioni complementari e quelle integrative, in più «è evidente che pensioni nette da 3.300-3.400 non sono d’oro». «Vogliamo affrontare il problema delle pensioni di importo elevato con serietà ed evitando problemi come quelli già avvenuti in passato in tema di pensioni», ha poi aggiunto Gnecchi. Concorda il presidente della Commissione Cesare Damiano (Pd): «se si parte, come fa la proposta dell’On. Meloni, da 5mila euro lordi mensili, pari a 3.200 euro netti e a quella cifra si aggiunge anche la pensione integrativa, non si può parlare di “pensioni d’oro”, ma di importi inferiori ai 3mila euro mensili. Scendere al di sotto di questa soglia e toccare anche le pensioni più basse è un passo breve. Non dimentichiamo che alcuni commentatori e studiosi propongono di ricalcolare con il sistema contributivo tutte le pensioni da 2mila euro lordi mensili in su liquidate con il sistema retributivo. Una nuova tosatura a carico questa volta degli attuali pensionati». Giuliano Cazzola (Ncd), soddisfatto della bocciatura, aggiunge che la questione «era già stata affrontata nell’ambito della Legge di Stabilità, in modo conforme al giurisprudenza consolidata della Consulta. Per di più la proposta Meloni aveva dei limiti tecnici insuperabili e lesivi dei diritti acquisiti. Mi auguro che l’Aula sia conseguente nell’accantonare un progetto intessuto di becero populismo». Ovviamente di diverso avviso la presidente di Fratelli d’Italia, la quale su Twitter scrive: «la Commissione dimostra che non si vuole intervenire sulla vicenda. È un segnale pessimo che il Parlamento manda di sé stesso».