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Pensioni e Riforma Fornero: lo Stato dimezza i costi

di Barbara Weisz

Pubblicato 6 Giugno 2013
Aggiornato 6 Settembre 2013 11:01

Lo Stato dimezza i costi per le pensioni grazie alla Riforma Fornero, comprese le salvaguardie per gli esodati: rapporto INPS con il calcolo degli assegni e l'incidenza sul PIL fino al 2050.

Con la Riforma delle Pensioni Fornero la spesa pensionistica dello Stato dsi dimezzerà entro 5 anni, pur contando il costo delle salvaguardie per gli esodati. In soldoni, tagliando le pensioni degli Italiani lo Stato risparmierà 80 miliardi in dieci anni. Altro che Spending Review.

Lo rileva uno studio dell’Inps, che effettua proiezioni sugli effetti della riforma delle pensioni (contenuta nel Salva Italia, Dl 201/2011) fino al 2050.

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Calcolo assegni

Lo stesso rapporto fornisce anche un’analisi dal punto di vista dei pensionati, calcolando l’andamento degli assegni previdenziali negli ultimi 18 anni.

Ad essere penalizzati dai mancati adeguamenti all’inflazione sono soprattutto i trattamenti più alti: quelli superiori a otto volte il minimo (almeno 3.963 euro al mese) hanno perso il 15%.

I trattamenti previdenziali fino a tre volte il minimo (quindi intorno ai 1500 euro) non hanno subito penalizzazioni apprezzabili dal meccanismo variabile di rivalutazione delle pensioni.

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Incidenza sul PIL

L’incidenza della spesa pensionistica rispetto al PIL nei prossimi anni è destinata a dimezzarsi per effetto combinato di diverse norme previste dalla Riforma Fornero e non solo: l’innalzamento dell’età pensionabile (che nel 2018 arriverà a 66 anni anche per le donne del settore privato), l’adeguamento alle aspettative di vita, il passaggio dal retributivo al contributivo puro.

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A partire dal 2020 si incrementerà di nuovo la percentuale di spesa per le pensioni rispetto al PIL, fino a raggiungere una quota vicina al 10,5% nel 2045.