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Italia verso la crisi: abolire Quota 100

di Anna Fabi

2 Aprile 2019 16:25

I dati Confindustria, ISTAT e OCSE confermano un'Italia ancora in crisi e arriva l'invito a tornare indietro su quota 100 e reddito di cittadinanza.

Preoccupa la capacità di ripresa economica dell’Italia, troppo modesta negli ultimi anni e oggi ulteriormente indebolita, tanto che secondo le previsioni aggiornate dell’OCSE contenute nel Rapporto sull’Italia, nel 2019 il PIL dovrebbe registrare una contrazione (-0,2%) per poi tornare a salire solo dello 0,5% nel 2020.

Sempre le stime, il disavanzo pubblico aumenterà nel 2019 passando dal 1,1% del 2018 al 2,5%, il debito salirà al 134% a fronte di di una politica di bilancio espansiva e di una debole crescita.

=> Quota 100: la congiuntura frena le assunzioni

Quota 100 e RdC: le critiche

Il Rapporto OCSE non risparmia critiche alla nuova misura contenuta nella Riforma Pensioni del governo Conte, con particolare riferimento alla quota 100.

L’abbassamento dell’età pensionabile a 62 anni con almeno 38 anni di contributi rallenterà la crescita nel medio termine, riducendo l’occupazione tra le persone anziane e, se non applicata in modo equo aumenterà la diseguaglianza intergenerazionale e farà aumentare il debito pubblico.

L’OCSE invita quindi l’Italia a tornare sui sui passi.

Abrogare le modifiche alle regole sul pensionamento anticipato introdotte nel 2019 e mantenere il nesso tra l’età pensionabile e la speranza di vita. […] Una marcia indietro sul regime di pensionamento anticipato introdotto con quota 100 consentirebbe di liberare risorse per 40 miliardi di euro da qui al 2025.

Il segretario generale, Angel Gurria, ha dichiarato:

Oggi l’economia italiana èufficialmente in stallo. Il rallentamento dell’economia sottolinea ancora una volta l’urgenza di sviluppare politiche per rivitalizzare la crescita. L’Italia continua ad affrontare significativi problemi in campo economico e sociale, per risolverli è necessario adottare una serie di riforme pluriennali per favorire una crescita più solida e inclusiva e ripristinare la fiducia nella capacità di riforma.

Critiche arrivano anche sul Reddito di cittadinanza:

Il livello del trasferimento, previsto dal programma attuale del Reddito di Cittadinanza, rischia di incoraggiare l’occupazione informale e di creare trappole della povertà.

Altre osservazioni

Le altre osservazioni dell’OCSE si concentrano sulla salute del settore bancario, ritenuta strettamente connessa alla finanza pubblica e ai suoi effetti sui rendimenti dei titoli di Stato:

Rendimenti dei titoli di Stato più bassi contribuirebbero a preservare la stabilità del settore bancario.

Bisogna poi spingere sulla lotta all’evasione fiscale, per aumentare il gettito fiscale, consentendo di ridurre le aliquote fiscali e rendendo il sistema tributario più equo. L’invito:

Evitare i condoni fiscali ripetuti.

E abbassare la soglia massima per i pagamenti in contanti.

Andamento economico

Nel primo trimestre 2019 (dati Confindustria) la produzione industriale italiana è rimasta piatta, con un calo stimato dello 0,1%, che fa seguito ad un forte rallentamento registrato a fine 2018.  Scoraggianti anche nei dati relativi alla disoccupazione in Italia, in risalita di 0,1 punti nel mese di febbraio per arrivare al 10,7%, secondo le rilevazioni ISTAT:

  • le persone in cerca di occupazione aumentano del +1,2% su base annua, arrivando a quota 2.771.000 (+34 mila);
  • il numero dei disoccupati è in calo su base annua del -1,4% (-39 mila);
  • il tasso di disoccupazione è di quasi 5 punti superiore al livello minimo raggiunto prima della crisi;
  • il tasso di disoccupazione dei 15-24enni a febbraio era del 32,8% (-0,1 punti percentuali), 14 punti sopra il minimo pre-crisi;
  • a febbraio gli occupati sono diminuiti del -0,1% (-14 mila unità), ma su base annua l’occupazione risulta ancora in crescita di +113 mila unità;
  • i dipendenti sono diminuiti di -44mila unità, sia permanenti (-33 mila) che a termine (-11 mila). Invece risultano in aumento gli indipendenti (+30 mila). Su base annua invece l’occupazione risulta ancora in crescita (+113 mila).