Esodati e pensione anticipata: le ipotesi percorribili

di Barbara Weisz

Pubblicato 17 Maggio 2013
Aggiornato 5 Giugno 2013 09:19

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In vista nuove tutele per gli esodati e cambiamenti alla riforma delle pensioni che privilegino le staffetta generazionale e scoraggino la pensione anticipata: ecco i piani del Governo.

Per tutelare gli esodati il Governo pensa a nuove misure – non immediate e non prima di aver stime precise sulla platea degli interessati – e per limitarne il numero mira a scoraggiare la pensione anticipata, introducendo nella Riforma Fornero elementi di flessibilità sull’età pensionabile e meccanismi del tipo staffetta generazionale. Si potrebbero riassumere così le linee guida illustrate a più riprese dal ministero del Lavoro, Enrico Giovannini (leggi qui).

Cerchiamo di fare il punto.

Esodati

Il problema riguarda chi è vicino all’età pensionabile (ma che per effetto della Riforma Fornero, non l’ha raggiunta) e chi rischia di trovarsi in analoga situazione nei prossimi anni. Innanzitutto bisogna «migliorare il sistema informativo»: davanti a stime più precise (attese dall’INPS la prossima settimana, su sollecito di Giovannini), il governo prenderà le sue decisioni.

Ma non si tratta di una cosa immediata: insomma, nessuna nuova salvaguardia in vista. Il punto, spiega Giovannini, non è soltanto «la tutela degli esodati, ma la transizione a un sistema pensionistico che, a causa della riforma, ha subito un brusco cambiamento».

Su 130mila lavoratori tutelati, ad oggi sono solo 7mila gli esodati che hanno ottenuto la pensione. Giovannini ha quindi fornito indicazioni sul completamento delle salvaguardie previste.

Per il primo decreto (scarica il testo), a fronte dei 65mila soggetti che dovevano essere salvaguardati, ne sono stati salvaguardati 62mila» (leggi chi sono). Ma «non significa che le risorse relative a questi ulteriori 3mila soggetti verranno perdute, perché i decreti successivi indicano chiaramente che le eventuali economie possono essere impiegate in essi».

Per il secondo decreto (scaricalo), «le imprese avrebbero dovuto comunicare entro il 31 marzo le liste dei soggetti che si prevede verranno licenziati (quindi perderanno il posto di lavoro) entro il 31 dicembre, ma in realtà non l’hanno fatto (leggi qui). Perché? Perché non c’è incertezza, anche dal punto di vista delle imprese, se questi soggetti effettivamente verranno espulsi dal sistema produttivo entro quest’anno, o se invece si andrà all’anno prossimo».

Pensioni

L’esecutivo pensa di rendere più flessibili le misure che consentono la pensione anticipata, continuando a consentirla ma sempre con decurtazione dell’assegno, e magari incentivare chi invece rimane al lavoro più a lungo.

La legge prevede per le donne con 35 anni di contributi e 57 anni di età la possibilità di ritirarsi ma calcolando la pensione con metodo contributivo (significa un assegno più basso di almeno il 30% rispetto al retributivo o misto). La riforma Fornero prevede anche un ritiro anticipato per uomini e donne prima dei 62 anni, ma con un prelievo dell’1-2% per ogni anno in meno rispetto all’età pensionabile. Per la pensione anticipata senza decurtazioni bisogna avere 42 anni e 5 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e cinque mesi per le donne (qui tutte le regole).

Il governo pensa poi di introdurre meccanismi di staffetta generazionale (vai al dettaglio): l’idea è quella di un part-time per i lavoratori vicini all’età pensionabile, che manterrebbero la contribuzione piena (a carico dell’ente previdenziale) mantenendo i requisiti pensionistici. Le aziende risparmierebbero  ma dovrebbero in cambio assumere un giovane per ogni part-time di un lavoratore anziano, per esempio in apprendistato o a tempo indeterminato.

Sono strumenti già in uso e previsti in parte dalla riforma del Lavoro (leggi qui). La misura va comunque studiata, e probabilmente anche discussa con le parti sociali, per capire se e quali potrebbero essere le resistenze (sindacali e imprenditoriali).