Si arena la trattativa per il rinnovo 2024-2027 del Contratto Metalmeccanici: Federmeccanica non ha accolto le richieste sindacali (rinnovo per quattro anni, orario di 35 ore settimanali e aumento di 280 euro al mese) proponendo invece un premio di 700 euro lordi annui ma applicabile solo nelle aziende con rapporto tra MOL e fatturato superiore al 10% e in crescita rispetto all’anno precedente.
Posizioni ancora lontane, dunque, ma il negoziato prosegue per trovare un’intesa sul CCNL Metalmeccanici Industriali (Federmeccanica-Assistal), scaduto il 30 giugno 2024. Vediamo cosa propongono le parti.
Trattativa inn salita per il rinnovo del contratto
L’incontro del 10 ottobre ha visto Federmeccanica e Assistal presentare una controproposta rispetto alla piattaforma di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm, che però è stata male accolta. I sindacati sono infatti molto critici e iniziano a ventilare l’ipotesi di sciopero per il rinnovo del CCNL Metalmeccanici.
«Se non ci sarà una reale trattativa sulla nostra piattaforma per il rinnovo dovremo mettere in campo tutte le iniziative necessarie dal blocco delle flessibilità fino allo sciopero» ha dichiarato il segretario generale di Fiom-Cgil Michele De Palma.
Vediamo in estrema sintesi cosa prevedono le due piattaforme su cui si concentra la trattativa su un contratto che riguarda 1,5 milioni di lavoratori di 30mila aziende italiane.
Le richieste dei sindacati
Le organizzazioni sindacali chiedono un aumento tabellare di 280 euro (livello C3), una riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali, un innalzamento della soglia di benefit esentasse a 250 euro, dagli attuali 200, una piattaforma nazionale di welfare per garantire a tutti la possibile conversione del premio di risultato in misure di welfare, più flessibilità nella gestione dell’orario di lavoro, a possibilità di utilizzare i permessi orari anche per frazioni di ora, due mesi di congedo parentale indennizzati al 100%.
La piattaforma di Federmeccanica e Assistal
Le associazioni datoriali non prevedono aumenti salariali, dopo gli adeguamenti retributivi dei minimi di garanzia, pari a 310 euro, riconosciuti nel contratto 2021-2024.
propongono un premio annuo di 700 euro a partire da giugno 2026 per chi lavora in imprese con margine operativo lordo (utile lordo) pari almeno al 10% del fatturato. Questo premio scenderebbe però a 350 euro se l’azienda non prevede premi di risultato, la sostituzione degli scatti periodici di anzianità con un nuovo meccanismo (chiamato elemento di continuità professionale) e innalzamento a 400 euro dei benefit esistenti.
Distanze salariali evidenti, dunque, sia sui minimi sia sulla proposta economica per la mancata contrattazione aziendale (elemento perequativo).