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Il potenziale del circolante digitale

di Noemi Ricci

Pubblicato 20 Giugno 2017
Aggiornato 21:57

Il digitale trasforma il capitale circolante in liquidità per lo sviluppo d'impresa: guida "Credimi" in 10 punti per l'accesso al credito nell'era della FinTech.

Credimi, nuovo prodotto finanziario digitale per le imprese, ha lanciato il “Manifesto del circolante digitale”, vademecum in 10 punti che espone i principi alla base del rinnovamento della finanza a supporto delle imprese. L’idea alla base è che la finanza digitale è in grado di garantire alle imprese un accesso al capitale rapido e a costi contenuti, superando i limiti che tipicamente caratterizzano il canale tradizionale.

=> Accesso al credito ostacolato dai grandi debitori

Capitale circolante

I dati dicono che oggi, in Italia, le imprese detengono un investimento di oltre 500 miliardi di euro in capitale circolante netto, quasi un terzo del PIL. Di questo investimento:

  • la maggior parte va in crediti commerciali;
  • la metà grava sulle grandi imprese, l’altra su quelle piccole e medie;

Se si riuscisse a renderne liquida anche una sola parte, si otterrebbe un’interessante spinta a sostegno di imprese ed economia, riducendo drasticamente i debiti finanziari.

Manifesto del circolante digitale

Nel dettaglio, il Manifesto del circolante digitale si compone dei seguenti 10 punti che rappresentano i principi che devono essere posti alla base del rinnovamento della finanza per l’impresa che oggi si rende assolutamente necessario per ritrovare competitività:

  1. Il circolante immobilizzato blocca crescita e innovazione. Liberiamo il circolante.
  2. Il passato è rigido, il futuro è flessibile. La finanza del futuro si adatta alle necessità del cliente.
  3. Il tempo è denaro. La finanza che fa perdere tempo è un costo non più giustificabile.
  4. Gli strumenti finanziari si pagano solo se si utilizzano.
  5. Il circolante deve diventare liquido in 2 giorni, non 3 mesi.
  6. I costi fissi e gli oneri eccessivi per il credito sono un freno per le aziende che crescono e innovano.
  7. La documentazione cartacea è dichiarata estinta.
  8. In un mondo connesso, la situazione del circolante è facilmente accessibile e consultabile, sempre e dovunque.
  9. Le imprese hanno il diritto di essere valutate oggettivamente, a prescindere da relazioni e geografia.
  10. Nell’era dell’informazione universale, i costi devono essere sempre trasparenti, soprattutto quelli dei servizi finanziari.

Nello spirito del Manifesto, per sostenere le imprese italiane che vogliano innovare, finanziando la propria crescita attraverso strumenti di finanza alternativa, Credimi consente, in modo totalmente digitale, di rendere liquidi i crediti verso clienti in meno di 48 ore.

Grazie alla tecnologia digitale, infatti, è possibile abbattere in modo significativo questo investimento in capitale circolante e/o di finanziarlo in maniera molto più veloce, flessibile ed economico: incassando subito i propri crediti, digitalizzando tutte le informazioni e acquisendo lo stesso rating della propria filiera.

Ignazio Rocco di Torrepadula, fondatore e CEO di Credimi, spiega:

“Le imprese italiane, di qualunque dimensione esse siano, si trovano oggi a poter scegliere come finanziare la propria crescita, il digitale offre loro importanti opportunità per farlo in maniera rapida e a costi contenuti. I risutati raggiunti da Credimi (oltre 70.000 utenti unici sul sito www.credimi.com) testimoniano come le imprese italiane siano sempre più consapevoli dell’importanza di diversificare le proprie fonti di finanziamento e di quanto siano interessate a sperimentare soluzioni basate sulle tecnologie digitali. Noi di Credimi vogliamo contribuire a far crescere ulteriormente la spinta verso l’innovazione, e questo manifesto vuole essere un punto di partenza per far conoscere le potenzialità dei nuovi strumenti finanziari. “Liberare” il circolante incrementa il potenziale di crescita e di investimento. Crediamo fortemente nel valore di questa iniziativa aperta ai contributi di tutto il sistema delle imprese e della finanza italiana”.

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