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Congedi e permessi: nuove norme più severe

di Noemi Ricci

Pubblicato 10 Giugno 2011
Aggiornato 24 Giugno 2013 12:05

Approvato in Consiglio dei Ministri il decreto legislativo per il riordino della normativa in materia di congedi, aspettative e permessi dei dipendenti pubblici e privati: non tutti sono soddisfatti.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo che riordina la normativa su congedi, aspettative e permessi dei dipendenti pubblici e privati, dopo l’entrata in vigore del Collegato lavoro. Obiettivo: limitare sprechi, abusi e illeciti anche per mezzo di misure restrittive. Ed è subito polemica sul giro di vite.

Congedo parentale

Prolungamento del congedo per genitori di bambini disabili: si procederà per step o potrà richiederlo, in casi gravi, solo uno dei genitori per ogni minore con handicap e meno di otto anni.

Congedo alternato: ai genitori di bambini disabili è concesso il congedo alternato, 6 mesi per la madre e 7 mesi il padre, oppure 11 mesi insieme, da utilizzare anche in modo frazionato per un massimo di complessivi tre anni; congedo prolungato anche in caso di minore ricoverato a tempo pieno in istituti specializzati.

L’articolo 4 stabilisce le regole per i congedi volti all’assistenza a un portatore di handicap grave: i genitori possono fruire dei permessi alternativamente, anche in maniera continuativa nell’ambito del mese, ma nell’arco della vita lavorativa la durata complessiva non deve superare i 2 anni, ovviamente per ciascun figlio disabile.

Durante il periodo di congedo si ha diritto ad un’indennità corrispondente all’ultima retribuzione. Il periodo di congedo non ha alcuna implicazione sulla maturazione delle ferie, della tredicesima e del Tfr.

Per il segretario confederale UGL, Ivette Cagliari, questo riordino «è carente dal punto di vista della completa tutela dei più bisognosi». «Il provvedimento rischia di trascurare uno degli obiettivi basilari per cui è stato redatto, l’assistenza ai più deboli attraverso un sano e concreto welfare. Inoltre più che agevolare i cittadini, il decreto legislativo complica l’iter burocratico per usufruire delle agevolazioni».

Nina Daita, responsabile dell’Ufficio politiche disabilità della CGIL Nazionale, ammette che alcune richieste sono state accolte, come i congedi in caso di ricoveri, «ma altre, di fondamentale importanza, sono state ignorate». Ad esempio non è ha trovato risposta la nostra richiesta di concedere «la possibilità di usufruire dei congedi per i parenti oltre il secondo grado anche se questi dovessero mancare. Così come per i congedi straordinari per gli invalidi civili sono state introdotte delle limitazioni».

A fronte degli emendamenti ignorati, quindi, per Daita il decreto approvato in CdM resta «un provvedimento parziale e non quello che pretende di essere e cioè una revisione generale del sistema di permessi e congedi. Ma soprattutto è un provvedimento il cui obiettivo principale non è sicuramente quello di aumentare le risorse a disposizione per le persone con disabilità che invece, a maggior ragione dopo i tagli operati da questo governo, ne hanno assolutamente bisogno».