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Sblocca Italia: caos normativo su SCIA e permessi di costruire

di Barbara Weisz

Pubblicato 4 Novembre 2014
Aggiornato 11 Novembre 2014 09:43

Le novità in materia di SCIA inserite nello Sblocca Italia in relazione alle varianti dei permessi di costruire sono incongruenti: il Governo recepisce un ordine del giorno per cambiarle.

Più coerenza nelle novità in materia di SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), inserite nello Sblocca Italia, pensate per semplificare le pratiche autorizzative nei lavori in Edilizia e che presentano poca chiarezza complicando il quadro: lo richiede un ordine del giorno presentato in Parlamento e recepito dal Governo.

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Prima incongurenza

La norma dello Sblocca Italia (articolo 17, comma 1, lettera m, punto 1 del Decreto Legge 133/2014) modifica l’articolo 22 del Dpr  n380/2001 (Testo Unico Edilizia) ammettendo il ricorso alla SCIA anche per le varianti su immobili sottoposti a tutela paesaggistica purché non cambi la sagoma, non si configurino variazioni essenziali e purché «siano conformi alle prescrizioni urbanistico-edilizie e siano attuate dopo l’acquisizione degli eventuali atti di assenso prescritti dalla normativa sui vincoli paesaggistici, idrogeologici, ambientali, di tutela del patrimonio storico, artistico ed archeologico e dalle altre normative di settore» (nuovo comma 2 bis, inserito al punto 2 della lettera m).

=> Sblocca Italia: il testo del Decreto

E qui c’è un primo problema, perché in base all’articolo 32 non si può considerare “essenziale” la variazione della sagoma. Quindi, una prima parte della norma esclude la SCIA per variazioni della sagoma, mentre una seconda non la esclude in quanto come condizione mette solo che non ci siano variazione essenziali.

Seconda incongruenza

Esistono poi ulteriori disposizioni nel Decreto Fare (dl 69/2013), che rinforzano il concetto per cui è ammessa la SCIA per varianti ai permessi di costruire che non comportino modifiche di sagoma, sempre per immobili vincolati dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ma i Comuni devono individuare le aree comprese in “zone territoriali omogenee“, rispetto alle quali escludere la possibilità di varianti ai permessi di costruire mediante SCIA. E qui c’è il secondo punto dubbio: l’armonizzazione fra queste regole comunali (le aree omogenee) e la nuova norma, che invece prevede la possibilità di SCIA.

=> Decreto Fare: modifiche su DURC,SCIA, DUVRI e DVR

Ordine del giorno

L’ordine del giorno impegna il Governo a pubblicare l’elenco dei Comuni e altri enti locali che hanno delimitato le aree in cui non si può utilizzare la SCIA, e ad armonizzare il contenuto delle varie norme sulla possibilità di utilizzare la SCIA anche in relazione all’esistenza di vincoli paesaggistici o di deliberazioni comunali. Il motivo per cui la materia è delegata a un ordine del giorno è probabilmente da ricondurre ai tempi stretti di approvazione dello Sblocca Italia, che deve essere approvato entro l’11 novembre: non è possibile intervenire direttamente sul testo della legge ma sarà necessario un successivo intervento.