E’ stato rinnovato il contratto nazionale dei metalmeccanici per gli anni 2013-2015: sarà valido dal 1 gennaio 2013 e comporterà un aumento salariale di circa 130 euro in tre anni apportando anche novità in materia di flessibilità, in recepimento degli accordi del giugno 2011 e di novembre 2012 sulla contrattazione di secondo livello.
Le parti si impegnano ad armonizzare e integrare i testi del contratto alla luce delle modifiche previste dagli accordi interconfederali, ossia le intese (la prima firmata anche alla Cgil, la seconda invece no), relative alla contrattazione di secondo livello, che viene potenziata, e al salario di produttività.
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L’aumento salariale è così distribuito: 35 euro il 1 gennaio 2013, 45 euro il 1 gennaio 2014 e 50 euro il 1 gennaio 2015. Si tratta dell’incremento relativo al quinto livello (quello intermedio). In realtà l’aumento va da 81 a 170 euro (dal primo al settimo livello).
C’è anche un impegno delle parti a una ricognizione degli accordi interconfederali in materia di rappresentanza.
Vengono definite nuove norme di flessibilità sull’orario di lavoro, sui permessi retribuiti.
Sottoscritto da Federmeccanica, Assistal, e sul fronte sindacale da Fim-Cisl e Uilm-Uil, non è invece stato firmato dalla Fiom, la sigla di categoria della Cgil.
La Cgil, che contro il contratto ha già organizzato uno sciopero generale il 5 e 6 dicembre, si oppone (è il secondo contratto che non firma, dopo quello del 2009), perché in disaccordo sull’aumento, troppo basso per incamerare l’inflazione, e sulle misure di flessibilità introdotte.