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In pensione a 67 anni, i lavoratori esenti

di Barbara Weisz

Pubblicato 8 Novembre 2017
Aggiornato 22 Novembre 2017 15:15

Niente aumento età pensionabile per le 11 categorie di lavoratori addetti a mansioni gravose con diritto all'APe sociale e per siderurgici, agricoli, marittimi, pescatori: proposta del Governo e dibattito con i sindacati.

E’ nella fase decisiva la trattativa Governo-sindacati sulle categoria di pensionati a cui riconoscere l’esenzione dagli aumenti dell’età pensionabile, che dal 2019 salirà di cinque mesi: entro il prossimo 13 novembre è previsto il termine del tavolo tecnico che deve arrivare a un accordo. Al momento, l’orientamento è quello di includere fra le attività esenti non solo i lavori gravosi individuati per APe sociale e pensione anticipata precoci, ma anche operai agricoli, siderurgici, marittimi e pescatori.

=> Pensioni, niente aumento requisiti per i lavori gravosi

Diventano quindi 15 le categorie a cui non si applicherebbero gli scatti che innalzano l’età pensionabile: alle quattro sopra citate, si aggiungono gli 11 lavori gravosi previsti da Ape social e pensione precoci, ovvero:

  • operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia, della manutenzione degli edifici;
  • conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
  • conciatori di pelle e pellicce;
  • macchinisti e personale viaggiante;
  • camionisti;
  • infermieri ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
  • addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
  • maestre d’asilo e di scuola materna;
  • facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
  • addetti a servizi di pulizia;
  • operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.

Quella appena illustrata è di fatto la proposta del Governo, mentre i sindacati continuano a chiedere di allargare ulteriormente le maglie.

Il prossimo appuntamento è fissato per giovedì 9 novembre. Si tratta di incontri tecnici, che devono mettere a punto il testo su cui poi si confronteranno, in via definitiva, i tre segretari generali Susanna Camusso (Cgil), Annamaria Furlan (Cisl), e Carmelo Barbagallo (Uil) e i membri dell’Esecutivo, nel vertice fissato per lunedì 13.

Il punto è il seguente: dal 2019 salirà l’età per la pensione di vecchiaia a 67 anni, e si innalza di cinque mesi anche il requisito per la pensione anticipata, che arriverà dunque a 43 anni e tre mesi per gli uomini e 42 anni e tre mesi per le donne.

Il negoziato Governo-sindacati serve per individuare platee di lavoratori a cui non si applicherebbero questi aumenti, per cui l’età pensionabile resterebbe a 66 anni e sette mesi. Non è chiaro se lo stop agli adeguamenti riguardi anche l’innalzamento del requisito contributivo per la pensione anticipata.