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Pensioni, niente aumento requisiti per i lavori gravosi

di Barbara Weisz

Pubblicato 3 Novembre 2017
Aggiornato 6 Novembre 2017 16:14

Negoziato governo sindacati per inserire in manovra 2018 l'esclusione dei lavori gravosi dall'aumento di cinque mesi dei requisiti per la pensione dal 2019 dovuta alle aspettative di vita: il dibattito.

Entro il 31 dicembre il Governo approverà il decreto sull’innalzamento dell’aspettativa di vita, per cui dal 2019 l’età pensionabile salirà a 67 anni: c’è però un’apertura nei confronti dei sindacati, che chiedono lo stop degli adeguamenti Istat, con l’avvio di un tavolo per discutere di eventuali casi particolari, ad esempio per chi svolge lavori gravosi. E’ il risultato di un incontro che si è svolto il 2 novembre fra esecutivo e sigle confederali. Presenti il premier, Paolo Gentiloni, i ministri Pier Carlo Padoan (Economia), Giuliano Poletti (Lavoro) e Marianna Madia (Funzione pubblica), e i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil Susanna Camusso, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo.

E’ stato lo stesso premier, Paolo Gentiloni, ad escludere modifiche alle norme sull’età pensionabile, confermando quindi che dal 2019 saliranno di cinque mesi l’età per la pensione di vecchiaia e il requisito per la pensione anticipata:

Ma «non escludiamo si possa correggere qualcosa al tavolo con le parti. Possiamo discutere subito di categorie specifiche, individuando i lavori più gravosi, e ragionare anche sui metodi di calcolo dell’aspettativa, fatto salvo la sostenibilità finanziaria».

=> Requisiti pensione dal 2019

L’ipotesi su cui si lavora è quella di escludere dall’aumento dei requisiti le 11 categorie di lavoratori addetti a mansioni gravose che hanno accesso all’APe sociale e alla pensione anticipata precoci, ovvero:

  •  operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia, della manutenzione degli edifici;
  • conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
  • conciatori di pelle e pellicce;
  • macchinisti e personale viaggiante;
  • camionisti; infermieri ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
  • addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
  • maestre d’asilo e di scuola materna, facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
  • addetti a servizi di pulizia;
  • operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.

A questa platea potrebbero aggiungersi anche lavoratori della siderurgia, i marittimi e i lavoratori agricoli. In tutto, la misura riguarderebbe 15-20 mila lavoratori all’anno, e costerebbe intorno ai 200 milioni di euro.

=> Lavoro gravoso e usurante a confronto

Il tavolo governo sindacati tornerà a riunirsi  lunedì 13 novembre. Se si raggiungerà un accordo, la misura che esclude dagli aumenti dell’aspettativa di vita questi lavoratori potrebbe essere inserita nella Legge di Bilancio, attualmente in discussione al Senato.

Per tutti gli altri lavoratori, invece, dal 2019 l’età per la pensione di vecchiaia salirà di cinque mesi, portandosi a 67 anni, mentre il requisito per la pensione di anticipata arriverà a 43 anni e tre mesi per gli uomini e a 42 anni e tre mesi per le donne.