Si moltiplicano le anticipazioni sulla possibilità per i dipendenti pubblici di restare al lavoro dopo l’età pensionabile, misura allo studio del Governo in vista della Manovra 2025.
Per capire se e come questa novità entrerà nella Legge di Bilancio (sembra molto probabile) bisogna aspettare la seconda metà di ottobre ma fin d’ora si può dire che si tratta di una vera e propria marcia indietro rispetto all’ultima riforma della Pubblica Amministrazione, che aveva abolito il cosiddetto “trattenimento in servizio” dei dipendenti della PA.
Trattenimento in servizio pre e post Riforma della PA
Fino al 2014, i dipendenti pubblici – quando raggiungevano il limite ordinamentale previsto dalla propria amministrazione per il pensionamento d’ufficio – potevano chiedere di restare al lavoro per ulteriori due anni. Per i magistrati il trattenimento in servizio poteva arrivare ai 75 anni di età.
Queste disposizioni sono state abrogate dalla Riforma del 2014 (DL 90/2014), che ha soppresso l’istituto del trattenimento in servizio con alcune eccezioni (ad esempio, le regole per i medici sono diverse), modificando di conseguenza anche le norme sul pensionamento d’ufficio al raggiungimento del limite ordinamentale. E sempre con l’eccezione rappresentata dal dipendente che, pur avendo raggiunto l’età pensionabile, non ha maturato un diritto all’assegno previdenziale (ad esempio, per mancanza di almeno 20 anni di versamenti contributivi).
In pratica, con una serie di paletti come quelli sopra descritti, ad oggi i dipendenti pubblici risultano obbligati ad andare in pensione quando compiono 65 o 67 anni. Ora, la norma allo studio sostanzialmente ricalca quella cancellata ormai dieci anni fa.
Primo dietro front: pensione flessibile per i medici
Una prima marcia indietro su questo fronte era già stata effettuata con il Milleproroghe, in relazione ai medici. I quali fino al 31 dicembre 2025 possono chiedere di restare al lavoro per due anni in più, quindi fino a 72 anni.
La misura è stata pensata per andare incontro alle carenze di personale e soprattutto per far fronte alle esigenze di formazione e tutoraggio del personale assunto. In pratica, si favorisce il ricambio generazionale garantendo che le nuove leve abbiano una preparazione adeguata, dovendo sostituire personale con anzianità e quindi esperienza.
Trattenimento in servizio nella PA: le nuove ipotesi 2025
In base alle nuove anticipazioni, il Governo pensa di riproporre la possibilità per tutti i dipendenti pubblici di non andare in pensione quando si raggiunge il limite di età previsto. La ratio è un po’ la stessa: la Pubblica Amministrazione nei prossimi anni è destinata a perdere lavoratori anziani senza avere un adeguato ricambio, non solo in termini numerici ma anche di preparazione e skill.
Per il resto, i contorni della misura in preparazione sono ancora indefiniti: il trattenimento in servizio, su base volontaria e con l’accordo dell’azienda, sarebbe possibile fino a 70 anni. E le PA potrebbero utilizzarlo coprendo al massimo il 10% del turnover.
Prima della Riforma del 2014, invece, non c’erano limiti rigidi alla possibilità dell’amministrazione pubblica di accettare la richiesta del dipendente, salvo la normale verifica delle esigenze organizzative e di servizio.