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Riforma Pensioni: intesa raggiunta

di Barbara Weisz

Pubblicato 28 Settembre 2016
Aggiornato 14 Febbraio 2017 09:24

Verbale di intesa sulla Riforma Pensioni: APE a costo zero per redditi bassi, quattordicesima più alta e ampliata, pensione anticipata ai precoci, cumulo contributi.

Non un vero accordo ma un verbale di intesa su una serie di punti condivisi in vista della Riforma Pensioni inserita in Legge di Stabilità: APE (anticipo pensionistico a 63 anni); pensione anticipata per lavoratori precoci; aumento dell’assegno ed estensione platea per la quattordicesima ai pensionati a basso reddito; ulteriori interventi per complessivi 6 miliardi in tre anni.

«Abbiamo concluso questa fase con la sigla di un verbale che rappresenta la sintesi di un lavoro che abbiamo giudicato importante».

Lo ha dichiarato il Ministro Giuliano Poletti, al termine di un vertice a cui hanno partecipato anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, e i segretari generali confederali Susanna Camusso, Cgil, Annamaria Furlan, Cils, e Carmelo Barbagallo, Uil.

=> Leggi il Verbale d’Intesa

APE

L’anticipo pensionistico APE è destinato – come già noto – a chi si ritira con 63 anni di età, quindi con 3 anni e sette mesi di anticipo sull’età pensionabile, con un trattamento che verrà poi restituito con rate ventennale quando si matura la pensione piena; è erogato dall’INPS ma finanziato dalle banche. Nel caso di crisi aziendali, il trattamento di pensione anticipata è a carico dell’azienda.

E’ stato stabilito che sotto una determinata soglia di reddito, sarà a carico dello Stato e il pensionato non dovrà restituire nulla. Secondo quando si apprende, però, l’intesa non prevede ancora un tetto definitivo (la richiesta sindacale è 1.600 – 1.700 euro al mese, la proposta del Governo intorno ai 1.500 euro). Da domani partirà il confronto con i sindacati per la definizione delle soglie dell’Ape, ha spiegato Nannicini, al termine dell’incontro al ministero del Lavoro.

=> Riforma Pensioni, il patto della lavagna

Pensioni minime

La quattordicesima sarà estesa ai pensionati con reddito fino a 1.000 euro al mese, rivolgendosi a una platea di 3,3 milioni di ex lavoratori (1,2 in più rispetto all’attuale, che comprende le pensioni fino a 750 euro al mese). Previsto anche un aumento dell’assegno intorno al 30% per coloro che già percepiscono la quattordicesima, in base agli scaglioni di contributi versati. C’è anche l’innalzamento della no tax area pensionati a 8mila125 euro, con detrazione d’imposta riconosciuta fino a 55 mila euro

Lavoratori precoci

Sono definiti lavoratori precoci coloro che avevano almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni di età: potranno accedere alla pensione con 41 anni di contributi se rientrano in una serie di categorie precisamente identificate (disoccupati di lunga durata, persone disabili, lavoratori con mansioni usuranti).

Contributi

Fra le altre misure, previsto il cumulo gratuito dei contributi maturati in gestioni previdenziali diverse, con calcolo pro – rata in base alle regole di ciascuna gestione.

Reazioni dei sindacati

La segretaria della Cgil, Susanna Camusso, ritiene che sia stato fatto un buon lavoro, che però «non è ancora concluso», definisce positiva «la distinzione tra lavori, privilegiando nell’uscita chi ha svolto attività più faticose», mentre sull’APE non c’è piena condivisione da parte della Cgilm che non condivide lo strumento. La leader della Cisl, Annamaria Furlan, parla di un «buon risultato», ma a sua volta avverte che il lavoro va avanti, mentre il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo, è forse il più critico: «i 6 miliardi stanziati non sono sufficienti e non dimentichiamo gli esodati e il resto della piattaforma», per cui la discussione continua.