Lavorare dopo la pensione: regole e limiti

Risposta di Barbara Weisz

20 Giugno 2023 06:47

Leonardo chiede:

Sono un docente in pensione da settembre, collocato a riposo d’ufficio con 65 anni di età e 43 di contributi.
Sto svolgendo prestazioni occasionali: posso superare i 5.000 € annui e chiedere l’iscrizione alla gestione separata INPS?

Direi di sì, non ci sono paletti alla possibilità di continuare a lavorare dopo la pensione. Almeno, non nei casi come il suo, di maturazione della pensione piena. Esistono invece specifiche tipologie di trattamento previdenziale che escludono o limitano la possibilità di cumulo con redditi da lavoro (per esempio, l’APE Sociale o la Quota 103 fino alla maturazione dell’età pensionabile.

Ma non sono casi che la riguardano: lei con 43 anni di contributi ha maturato una pensione anticipata piena (il requisito è pari a 42 anni e dieci mesi per gli uomini, uno in meno per le donne). Di conseguenza può cumulare il reddito da pensione con un reddito da lavoro, senza che intervengano tetti di alcun genere.

Può anche continuare a versare i contributi (per esempio, iscrivendosi alla gestione separata INPS), e valorizzarli nel tempo per aumentare l’importo del suo assegno pensionistico.

Esiste uno specifico istituto, il supplemento di pensione, regolamentato dalla legge 155/1981, che permettere di aumentare l’assegno percepito chiedendo di considerare anche i nuovi contributi versati ai fini del suo importo. Per utilizzarlo devono però essere trascorsi almeno cinque anni dalla decorrenza della pensione, oppure dall’ultimo supplemento. Per una sola volta, è possibile chiedere il supplemento anche con una finestra ridotta, pari a due anni.

In pratica, se lei è in pensione dal settembre 2022, potrà chiedere il primo supplemento nel 2027. Oppure nel 2024, utilizzando l’opzione dei due anni prevista una tantum, per poi attenderne altri cinque.

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Risposta di Barbara Weisz