Con l’APe Volontaria non scatta la pensione

Risposta di Barbara Weisz

21 Novembre 2017 09:19

Flo chiede:

Lavoro nella Scuola e ho i requisiti per accedere all’APe Volontaria non appena sarà possibile ma avrei bisogno di un chiarimento. Dato per scontato che i tempi saranno rispettati, entro il mese di dicembre potrei fare domanda: una volta accettata, da quando ci si può considerare in pensione? Cioè quando potrà lasciare il lavoro?

Chiariamo subito una cosa: l’APe Volontaria non è uno strumento per andare in pensione prima, anzi. Nasce proprio per fornire un reddito anticipato continuando a lavorare, fintanto che si matura il diritto alla pensione vera e propria. È vero che insieme alla domanda di APe si presenta anche domanda di pensione, ma questa decorre solo alla maturazione naturale del requisito di vecchiaia.

Dunque, l’APe Volontaria non è incompatibile con la prosecuzione del rapporto di lavoro e quindi non c’è una data entro cui si devono dare le dimissioni. Se però sceglie di non lavorare più, le consiglio di dimettersi quando inizierà a percepire il trattamento, in modo da non rischiare di avere dei mesi scoperti. Ma non vorrà dire che andrà automaticamente in pensione.

=>APe Volontaria dopo le dimissioni

Tenga presente che la domanda si presenta in due tempi. Dopo aver ricevuto la prima risposta positiva dall’INPS, che corrisponde alla certificazione del diritto, deve presentare una seconda domanda che è la richiesta di APe vera e propria, completa di tutta la documentazione prevista, compreso il contratto di finanziamento. Quando l’INPS le comunica di aver accettato anche questa seconda domanda, lei potrà iniziare a percepire il trattamento.

Quindi, direi che quando riceverà questo secondo via libera potrà presentare domanda di dimissioni. Ma ripeto, non è un obbligo: lei può anche continuare a lavorare mentre percepisce l’APe Volontaria. Deve invece andare in pensione appena maturerà l’età per la pensione di vecchiaia.

Il motivo per cui l’Ape volontaria non comporta l’obbligo di cessazione del rapporto di lavoro è che non si tratta di una prestazione di welfare ma di un anticipo pensionistico, che lei poi restituirà con rate ventennali quando maturerà l’assegno previdenziale. Si tratta quindi di un beneficio che l’assicurato si paga da solo, e gli viene di conseguenza lasciata la scelta di proseguire o meno nel rapporto di lavoro.

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Risposta di Barbara Weisz