Inversione di tendenza: è diminuito nel 2016 il numero di lavoratori italiani andati in pensione rispetto all’anno precedente, con una contrazione che ha riguardato tutte le tipologie di assegni previdenziali ma più marcata per i trattamenti di vecchiaia (-30%) e di anzianità (-28%); l’importo degli assegni è invece aumentato. Questi, in sintesi, i primi dati di monitoraggio INPS sulle pensioni in Italia. Il calo dei pensionamenti è con ogni probabilità determinato dallo scatto di 4 mesi delle aspettative di vita, avvenuto del 2016.
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Nel dettaglio, il totale delle pensioni 2016 è stato pari a 443mila 477 assegni, il 22% in meno dell’ano precedente. Le pensioni di vecchiaia sono state 113mila 500, -30% sul 2015 (162.815), quelle anticipate 112mila 529, in calo del 28% sull’anno prima (157.522), gli assegni di invalidità 43mila 423 (-16% rispetto ai 51.684 del 2015) e pensioni ai superstiti a quota 174mila 025 (-12% rispetto alle 197mila 981 del 2015).
La diminuzione riguarda sia i lavoratori dipendenti (252mila 131 pensioni liquidate nel 2016, contro le 319mila 077 dell’anno precedente), sia gli autonomi (156.935 contro 202.628 del 2015).
Leggero incremento, invece, per l’importo medio degli assegni:
Tipologia pensione |
Importo 2016 (€) |
Importo 2015 (€) |
vecchiaia | 643 | 631 |
anticipata | 1929 | 1864 |
invalidità | 765 | 774 |
superstiti | 657 | 638 |
La maggioranza dei trattamenti, sia ai dipendenti sia agli autonomi, è rappresentata da pensioni ai superstiti (il 44% delle pensioni dipendenti, e il 40% delle gestioni autonomi).
Per quanto riguarda le pensioni anticipate, sono al secondo posto nella gestione dei lavoratori dipendenti, con il 30% degli assegni, e al terzo fra gli autonomi, al 24%, contro il 28% di trattamenti di pensione di vecchiaia (che invece, fra i lavoratori dipendenti, contano per il 14%). Pensioni di invalidità al 12% nella gestione dipendenti e all’8% fra gli autonomi.