Per i professionisti iscritti alle casse previdenziali di categoria l’unica novità 2017 di Riforma Pensioni contenuta in Legge di Stabilità riguarda la possibilità di cumulo gratuito dei contributi, mentre invece non c’è il diritto all’anticipo pensionistico APE. Vediamo in dettaglio le misure previdenziali in manovra economica per questa categoria di lavoratori.
Cumulo gratuito
Il cumulo pensioni rappresenta una novità doppia: la prima è l’inclusione dei professionisti nella platea dei beneficiari, che prima includeva solo dipendenti pubblici e privati, autonomi e iscritti alla gestione separata; la seconda è l’estensione del cumulo pro quota dei periodi contributivi prima limitato ai soli fini della pensione di vecchiaia, anche a quelli della pensione anticipata, per tutti quanti. Dal 2017, quindi, i professionisti possono cumulare gratuitamente contributi versati alla cassa professionale di appartenenza e ad altre gestioni previdenziali per raggiungere prima la pensione, che viene calcolata pro quota in base alle regole delle diverse gestioni.
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L’armonizzazione pone una serie di questioni: le casse dei professionisti, ad esempio, prevedono requisiti diversi per il raggiungimento della pensione di vecchiaia o anticipata. La regola generale, resta quella prevista dal comma 241 della legge 228/2012, che ha istituito il cumulo, in base alla quale il diritto alla pensione di vecchiaia:
«è conseguito in presenza dei requisiti anagrafici e di contribuzione più elevati fra quelli previsti dai rispettivi ordinamenti che disciplinano le gestioni interessate».
Significa che il diritto alla pensione non si consegue necessariamente in base alle regole INPS e forme sostitutive ma, nel caso in cui la cassa professionale di appartenenza richieda requisiti più stringenti, valgono questi ultimi. Tendenzialmente (ma bisogna sempre verificare) sono più severi i paletti previsti dalla Legge Fornero per le forme di assicurazione generale obbligatoria.
I professionisti sono invece esclusi dall’anticipo pensionistico APE, quindi non possono andare in pensione a 63 anni chiedendo il finanziamento e poi restituendo l’importo a rate con la maturazione della pensione, non hanno diritto alla APE sociale, le lavoratrici non hanno diritto all’Opzione Donna, non hanno i nuovi benefici previsti per i lavoratori precoci.