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INPS boccia ottava salvaguardia esodati

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 12 Luglio 2016
Aggiornato 22 Luglio 2016 09:13

La bocciatura da parte dell'INPS all'ottava salvaguardia per i lavoratori esodati rimasti esclusi dalle tutele dalla Riforma delle Pensioni Fornero: misura iniqua e costosa.

Bocciata da parte dell’INPS l’ipotesi di un’ottava salvaguardia dalla Riforma delle Pensioni Fornero per i 20-30 mila lavoratori esodati rimasti esclusi dalle precedenti tutele, secondo l’Istituto è invece necessaria una soluzione strutturale al problema della flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. Illustrando alla Camera il rapporto annuale dell’Istituto e parlando dei problemi del sistema previdenziale italiano, il presidente INPS Tito Boeri aveva fatto riferimento alla questione dei lavoratori esodati: le 7 salvaguardie a favore degli esodati rappresenterebbero secondo Boeri degli interventi molto costosi e inadeguati perché:

«Le salvaguardie rappresentano, di fatto, una soluzione di pensionamento flessibile senza penalizzazioni dedicata a specifiche categorie di lavoratori. Deroghe di questo tipo possono essere giustificate solo per particolari categorie di lavoratori (come, ad esempio, gli usuranti)».

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Con specifico riferimento all’ottava salvaguardia l’INPS dichiara:

«I primi interventi di salvaguardia potevano apparire come necessari perfezionamenti della riforma, sollevavano problemi operativi relativamente limitati e rispondevano a un chiaro obiettivo di politica economica: introdurre aggiustamenti al margine dopo un intervento drastico e urgente per fronteggiare la crisi, adottati una volta superata la fase acuta e tenuto conto delle nuove condizioni dell’economia e del bilancio pubblico».

«Se la sequenza degli interventi di salvaguardia dovesse protrarsi, emergerebbe con sempre maggiore chiarezza il progressivo cambiamento di obiettivo di queste misure: non un esonero indirizzato in maniera specifica ai lavoratori che si trovano in difficoltà economica negli anni tra la cessazione dell’attività e la percezione della prima pensione a causa delle modifiche introdotte dalla legge n. 214 del 2011 (gli esodati in senso stretto), ma un surrogato di politiche passive del lavoro o di altri istituti di welfare oggi sottodimensionati o assenti per tutelare platee più ampie e non necessariamente, o non tutte, danneggiate in maniera diretta dalla riforma».

In Parlamento Boeri aveva quindi incitato il Governo ad attuare un intervento organico volto ad introdurre una reale flessibilità di uscita, evitando però interventi estemporanei e parziali. Secondo Boeri:

Ci sono «forme di flessibilità sostenibile alla nostra portata» e «perpetrare il ritardo nel trovare soluzioni sostenibili rischia di alimentare ancora il ricorso a soluzioni inique ovvero a soluzioni estemporanee e scarsamente efficaci».

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Intanto il Disegno di legge sull’ottava salvaguardia, sostenuto dall’Ex ministro del Lavoro Cesare Damiano con l’obiettivo di risolvere definitivamente il problema generato dalla Riforma delle Pensioni Fornero, è pronto e dovrà essere discusso nei prossimi mesi in Parlamento.