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Edilizia e appalti, verso il nuovo Codice

di Barbara Weisz

19 Ottobre 2012 17:02

Edilizia e appalti: in dettaglio le nuove norme per le imprese nel Ddl Anticorruzione, la Delega al Governo per la revisione del Codice degli Appalti pubblici, il bando tipo dell'Authority con criteri standard e cause di esclusione.

Novità in materia di appalti nel Ddl Anticorruzione approvato con fiducia al Senato, mentre in arrivo c’è anche un nuovo Codice degli Appalti (=>leggi di più) che revisiona le norme sulla partecipazione alle gare  pubbliche e che riguarda imprese edili e non solo, armonizzando al contempo le regole introdotte negli ultimi anni.

Inoltre, è pronto il bando tipo dell’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici, con i criteri standard e le legittime cause di esclusione.

Il nuovo codice degli appalti

Una delega al Governo metterà ordine alle 120 nuove normative in materia di appalti inserite nelle recenti manovre finanziarie o leggi (Salva Italia, Liberalizzazioni, Spending Review, Semplificazioni, Sviluppo). Ad esempio:

Si tratta di armonizzarle con la legge 163/2006, “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”.
Le novità introdotte dai vari provvedimenti legislativi sono già coordinate con il Codice degli Appalti, ma manca un’opera di riordino che armonizzi l’intero impianto.

Le novità del ddl anticorruzione

Il Ddl anticorruzione prevede un inasprimento dei controlli sulle attività a  rischio di infiltrazione mafiosa ma introduce anche white list di imprese considerate al riparo da tali rischi e quindi esenti dall’obbligo di presentare  la documentazione antimafia. L’elenco (in vigore dopo apposito decreto ministeriale) dovrà essere costantemente aggiornato.

C’è poi una stretta sugli arbitrati relativi agli appalti pubblici (servirà una specifica autorizzazione motivata dell’organo amministrativo competente), e ci sono nuovi obblighi di trasparenza da parte della PA su gare, bandi e procedure.

Bando tipo e clausole di esclusione

Il bando standard è stato approvato con la determinazione 4/2012 dell’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture per ridurre la discrezionalità delle stazioni appaltanti attraverso una precisa tipizzazione che limiti, ad esempio, «le numerose esclusioni che avvengono sulla base di elementi formali e non sostanziali, con l’obiettivo di assicurare il rispetto del principio della concorrenza e di ridurre il contenzioso in materia di affidamento dei contratti pubblici».

Il bando tipo elenca con precisione vincoli e criteri che stazioni appaltanti, e la stessa Autorità, devono osservare nell’individuazione delle ipotesi legittime di esclusione, in attuazione degli articoli 64, comma 4-bis, e 46, comma 1-bis del Codice degli Appalti (che prevedono rispettivamente di predisporre i bandi sulla base di modelli, bandi-tipo, approvati dall’Autorità e di indicare cause tassative di esclusione).

In tutto, vengono individuate circa 90 cause di esclusione, divise in tre tipologie generali:

  • adempimenti previsti dal Codice degli Appalti e dal relativo regolamento attuativo (Dpr 207/2010): ad esempio requisiti di partecipazione, termini di presentazione delle offerte, partecipazione di raggruppamenti temporanei e consorzi, ricorso al subappalto, mancati o tardivi chiarimenti, offerte anomale.
  • Carenza di elementi essenziali dell’offerta, relativi a sottoscrizione, accettazione delle condizioni generali, cauzioni, sopralluoghi.
  • Irregolarità relative agli adempimenti formali di partecipazione alla gara: modalità di presentazione, domande di partecipazione, dichiarazioni sostitutive, utilizzo di moduli predisposti, comunicazioni.