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Confindustria: contratti aziendali fai da te?

di Alessandro Vinciarelli

Pubblicato 7 Giugno 2011
Aggiornato 24 Giugno 2013 12:02

Contratti aziendali approvati a maggioranza dai lavoratori, vincolanti per tutti i sindacati e alternativi a quelli nazionali, questa la proposta di Confindustria, scatenando le polemiche.

È polemica sulla proposta di Confindustria di rendere validi i contratti aziendali approvati a maggioranza dai lavoratori, alternativi a quelli nazionali di categoria validi per tutto un settore industriale. Così le imprese diventerebbero pienamente indipendenti e i contratti sarebbero vincolanti per tutti i sindacati. Confindustria propone di arrivare a una legge approvata dal Parlamento.

Una scelta spiegata dal vicepresidente Alberto Bombassei con «l’unico criterio di creare le migliori condizioni perché le aziende possano essere competitive oggi». Ma non tutti sono d’accordo.

In particolare, ci si chiede che fine faranno i contratti nazionali se ciascuna azienda potrà crearne di propri. Per il segretario della Cgil Susanna Camusso «si tratta di un’idea sbagliata, noi continuiamo a pensare che il contratto nazionale è il punto di riferimento generale per le tutele e poi bisogna incrementare la contrattazione di secondo livello per le questioni specifiche».

«Se passa l’idea che ci sia una legge sulle modalità di contrattazione – ha continuato Camusso – spero che poi il vicepresidente raccolga le firme per sciogliere Confindustria, perché non si capirebbe più quale senso avrebbero le rappresentanze delle parti sociali», infatti «per definire la rappresentanza bisogna misurare e certificare gli iscritti delle singole organizzazioni, poi incrociare questo dato con le elezioni delle rappresentanze sindacali e della loro efficacia».

Un tema caldo sul quale è stato avviato un confronto tra Confindustria, Cisl e Uil, ma finora il nodo non è ancora stato sciolto.

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