Anche geometri e periti possono partecipare alla classificazione sismica degli edifici: lo prevede il decreto ministeriale correttivo Sisma-bonus, che amplia la platea dei professionisti che possono fare l’asseverazione sull’efficacia degli interventi sul rischio. La versione originaria del provvedimento riservava questa possibilità a ingegneri e architetti, mentre il nuovo testo estende l’attestazione a:
«professionisti incaricati della progettazione strutturale, direzione dei lavori delle strutture e collaudo statico secondo le rispettive competenze professionali».
Si tratta di una correzione al decreto ministeriale del febbraio scorso che contiene le linee guida sul rischio sismico.
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Il governo va così incontro alle richieste di geometri e periti, che nei giorni scorsi si erano rivolti al Ministero dei Trasporti per chiedere la modifica, e ora esprimono soddisfazione. Per Maurizio Savoncelli, presidente CNGeGL (consiglio nazionale geometri e geometri laureati) il provvedimento
«sancisce l’operatività – a ciascuno per le rispettive competenze – di tutti i professionisti tecnici, iscritti ad ordini e collegi professionali». Dunque, «uno strumento indispensabile per far partire questa importante ed epocale attività di prevenzione del rischio sismico, che trova la sua prima operatività nelle misure del sisma bonus. La sicurezza delle costruzioni deve essere auspicata su tutto il patrimonio edilizio esistente: non solo sui grandi fabbricati, ma anche sulle piccole modeste costruzioni. Chiarezza e strumenti operativi adeguati sono elementi indispensabili per raggiungere i risultati attesi dai cittadini e dal Paese».
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Giampiero Giovannetti, presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali e dei periti industriali laureati, sottolinea che
«il provvedimento corretto, con grande rapidità, riporta esattamente la proposta avanzata dal Cnpi che vede riconosciuta la nostra professionalità per migliorare la resistenza sismica del fabbricato».
Posizione contraria, invece, di Inarcassa (previdenza ingegneri e architetti), secondo cui:
«solo ingegneri e architetti possono occuparsi della classificazione del rischio sismico ed è giusto escludere le altre categorie che non possiedono le stesse competenze».