Liti fiscali: udienze veloci e da remoto

Dal primo luglio, la riforma del processo tributario demanda  la gestione in primo grado delle mini liti fiscali al giudice monocratico (un solo magistrato con funzione decisoria).

La ratio è quella di velocizzare la giustizia tributaria, separando contenziosi di modesto valore da cause di maggiore entità.

Liti fiscali fino a 5mila euro: le nuove regole

Accertamento fiscale: come evitare il contenzioso

La norma è contenuta nella legge 130/2022, che aveva circoscritto  le competenze al giudice unico per le liti fino a 3mila euro. Successivamente, il dl 13/2023 ha fatto slittare il debutto di questa nuova tipologia di giudizio alle vertenze presentate a partire dal 1° luglio, alzando contestualmente il tetto a 5mila euro.

Il valore della lite fiscale è calcolato partendo dall’importo del tributo al netto degli interessi e delle eventuali sanzioni irrogate con l’atto impugnato: in caso di controversie relative esclusivamente alle irrogazioni di sanzioni, il valore è costituito dalla somma di queste.

Per quanto riguarda la trattazione della vertenza, non cambia molto. In base all‘articolo 4, comma 4, del dlgs 546/1992, nel procedimento davanti al giudice monocratico si osservano le disposizioni relative ai giudizi in composizione collegiale.

Udienze in remoto con il giudice monocratico

Liti fiscali: notifica senza visto

In base alle nuove regole sulla giustizia tributaria digitale, le udienze davanti al giudice monocratico dal 1° settembre si svolgeranno esclusivamente a distanza.

Le parti possono chiedere, per comprovate ragioni, la partecipazione congiunta all’udienza del difensore, dell’ufficio e dei giudici presso la sede della corte di giustizia tributaria: in questo caso il giudice decide se accordare o meno l’udienza in presenza.

In tutti i casi in cui l’udienza si tenga a distanza, il giudice ha sempre la possibilità di consentire la partecipazione presso la sede della corte di giustizia tributaria.