Bankitalia, l’attacco del Governo
Per il Movimento 5 Stelle serve un cambio ai vertici di Bankitalia: serve discontinuità, sostengono Luigi di Maio e Matteo Salvini i quali, a Vicenza, in occasione dell’assemblea degli ex soci delle banche venete hanno affermato:
Non possiamo pensare di confermare le stesse persone che sono state nel direttorio di Bankitalia, se pensiamo a tutto quel che è accaduto in questi anni. Banca d’Italia e Consob andrebbero azzerati, altro che cambiare una-due persone, azzerati.
Sul proprio blog, il M5S scrive:
D’altra parte quello che vogliamo, come Governo del Cambiamento, è solo di esprimerci sui nomi dei vertici di Banca d’Italia e Consob. Ci è consentito dalla legge e lo faremo senza paura di toccare qualche potere forte che si fa scudo attraverso i media o le solite relazioni politiche privilegiate.Abbiamo già espresso la nostra preferenza per Consob, indicando una persona di innegabile competenza come Paolo Savona. È il turno di Banca d’Italia, ed una cosa è certa: chi ha partecipato alla vigilanza degli ultimi anni, la più fallimentare della nostra storia repubblicana, non può rimanere al suo posto come se nulla fosse successo.
Fondamentalmente per il Governo chi avrebbe dovuto controllare non l’avrebbe fatto e questo ha portato i risparmiatori a perdere i propri soldi investendo in titoli emessi dalle banche poste in risoluzione a fine 2015 (Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio di Chieti) e in liquidazione coatta amministrativa nel giugno 2017 (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca).
La bufera si è scatenata a fronte della scadenza dell’incarico di Vice Direttore generale della Banca di Luigi Federico Signorini. Lo Statuto della Banca d’Italia prevede che i rinnovi dei mandati del Direttore Generale e dei Vice Direttori generali debbono essere approvati con decreto del Presidente della Repubblica, promosso dal Presidente del Consiglio dei ministri di concerto col Ministro dell’economia e delle finanze, sentito il Consiglio dei ministri. In occasione di un Consiglio dei Ministri, il Governo ha bloccato la sua conferma, sostenuta invece dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Tra i due poli opposti c’è il premier Conte, ora chiamato a mediare tra le diverse posizioni.