Appalti online: l’esempio del Cile

L’e-procurement altro non è che l’approvvigionamento online da parte della Pubblica Amministrazione. In Italia, nonostante il D.P.R. n.101 del 2002 che disciplina “l’utilizzo degli strumenti telematici negli acquisti della P.A.” si è ancora un po’ indietro e le informazioni sulle commesse pubbliche sono contenute prevalentemente nei siti di riferimento delle singole amministrazioni. Un’azienda che abbia bisogno di una panoramica su tutti bandi “aperti” deve rivolgersi a siti di privati, che spesso prevedono il pagamento di un abbonamento.

Dal settore pubblico, invece, i tentativi di gestire unitariamente la pubblicità dei bandi sono timidi e non troppo coordinati. Questo a svantaggio anzitutto dello Stato, che paga più di quanto potrebbe i beni e servizi che acquista, ma anche delle aziende. È frequente che le imprese, soprattutto le medio-piccole, perdano grosse opportunità d’affari perché vengono a conoscenza in ritardo dell’esistenza di licitazioni. È altrettanto frequente che le PMI siano costrette a investire tempo e fatica nel monitoraggio di decine di siti, ognuno con le sue peculiarità e le sue regole di navigazione.

C’è un paese, però, che ha implementato con successo un sistema unitario di pubblicità delle licitazioni a beneficio di aziende e cittadini: si tratta del Cile. Grazie al portale Chile Compra, imprese e individui possono avere informazioni in tempo reale su ogni singolo bando pubblico aperto, indipendentemente dalla amministrazione che lo ha emanato.

Il sistema è da tempo oggetto di menzioni a livello internazionale tanto che la “Direzione Acquisti e Contratti Pubblici” del governo cileno, nel Giugno scorso, è stata insignita del più importante riconoscimento internazionale delle Nazioni Unite sull’“eccellenza nell’azione di governo per l’innovazione” per aver migliorato “trasparenza, responsabilità ed efficacia del servizio pubblico”. Si tratta di un caso esemplare, esaltato anche da The Economist in un ampio dossier e da Bill Gates, che ha voluto conoscere di persona il Direttore Acquisti Pubblici del paese sudamericano.

Come funziona

Chile Compra è una sorta di e-marketplace nel quale la domanda pubblica si incontra con i fornitori privati. Grandi e piccole imprese sono messe nelle condizioni di avere accesso gratuito, immediato e trasparente a tutte le richieste della Pubblica Amministrazione, dagli appalti milionari alle forniture di pochi spiccioli. Inoltre, le piccolissime imprese senza accesso a Internet hanno a disposizione oltre 1.000 centri informativi con punti di connessione in tutto il paese. Tutta la Pubblica Amministrazione, dal canto suo, è obbligata per legge ad utilizzare Chile Compra per i suoi acquisti.

Il portale permette di effettuare online tutto il ciclo di contrattazione: le amministrazioni possono pubblicarvi i bandi, i privati far giungere le offerte attraverso formulari elettronici ai quali è dato valore legale. Uno dei grandi vantaggi per lo Stato è che la Pubblica Amministrazione locale, pur mantenendo totale autonomia nella gestione dei fondi, utilizza una piattaforma informatica centralizzata con notevole risparmio in termini di costi software e organizzativi.

Da un punto di vista operativo, l’utilizzo del portale è abbastanza semplice. Il sistema di ricerca è efficace. Si può procedere per categorie, come si fosse in una vera directory, oppure per parola chiave. La ricerca avanzata consente di selezionare i bandi per settore, data di scadenza, amministrazione che li ha emanati, stato del bando. Invero il portale risulta un po’ lento nel caricamento delle pagine, ma è un aspetto che si potrà migliorare in futuro. E, per il 2010, Chile Compra si propone di ospitare i bandi per gli acquisti di tutte istituzioni private senza fini di lucro del paese e di mettere a disposizione di tutti la banca dati dei fornitori privati con il fine di incentivare le opportunità di business delle imprese cilene fornitrici dello Stato in patria e all’estero.

La situazione italiana

Ma sarà mai realizzato un “Chile Compra” nel nostro Paese? L’Italia è caratterizzata da una forte frammentazione dell’apparato burocratico sia a livello centrale che a livello locale, che può far sembrare impossibile una gestione centralizzata degli acquisti della miriade di piccole e piccolissime istituzioni. In realtà la situazione cilena non era diversa, e proprio per questo si è deciso di creare una piattaforma efficiente e funzionante e di obbligare per legge tutte le istituzioni ad utilizzarla.

I piccoli interessi delle intoccabili aree di influenza locali sono stati cancellati in un colpo solo a dimostrazione che spesso è la volontà politica che determina la fattibilità di una piccola-grande rivoluzione come questa. Inoltre, anche ammettendo la perfetta trasparenza delle procedure nel nostro paese, pubblicizzare al massimo i bandi aumenta la concorrenza tra le aziende fornitrici e fa diminuire i costi delle commesse. Perché non provarci in un paese che sta spingendo sempre di più la diffusione dell’e-government?

In realtà una base di partenza ci sarebbe, il sito che più si avvicina a Chile Compra è Acquisti in Rete PA, portale del Ministero dell’Economia e Finanze e del Consip. Pur non essendo ancora arrivati all’obbligo generalizzato imposto dal legislatore cileno, anche in Italia si sta progressivamente stimolando per Legge l’utilizzo di sistemi elettronici per gli acquisti della Pubblica Amministrazione. La stessa Finanziaria 2007 ha imposto il “Mercato Elettronico” come preferenziale almeno per gli acquisti di importo limitato con decorrenza primo Luglio.

Sono molteplici anche le esperienze di e-procurement a livello regionale. Tra queste, quelle che meritano menzione sono il portale Intercent che ha come obiettivo quello di riunire le licitazioni delle amministrazioni locali di ogni ordine e grado in Emilia Romagna, Acquisti on Line nel Friuli Venezia Giulia, Acquisti in Rete nelle Marche e Sistema Piemonte.