Catania: informatizzazione biblioteche universitarie

La storia dell’informatizzazione delle Biblioteche Universitarie di Catania comincia nel 1989 con l’adozione del sistema Unibiblio, un insieme a sua volta di sistemi pressoché isolati, penalizzato da non pochi svantaggi. Tra questi spiccavano la dispersione di server e base-dati contenenti i cataloghi su tutto il territorio catanese, l’assenza di uniformità negli standard di catalogazione, ridondanza dei record prodotti e assenza di procedure di controllo e validazione dei dati introdotti.

Con il passaggio al sistema Millennium dal 2001 si è ottenuto un notevole salto di qualità. Millennium infatti, oltre ad essere una vera e propria rete telematica, è anche un sistema modulare che consente continui aggiornamenti, integrazioni, migrazioni e indipendenza dalla piattaforma hardware.

Ha servizi server e client basati sul protocollo Z39.50, un’interfaccia utente di tipo web, e adotta una metodologia centralizzata per le operazioni di salvataggio e manutenzione degli archivi. Proprio grazie a tali proprietà esso è stato adottato anche da altri prestigiosi enti esteri, come l’Università della Sorbona di Parigi e la Biblioteca dei Premi Nobel dell’Accademia Svedese.

Il medesimo sistema inoltre è pienamente compatibile con gli standard di catalogazione internazionale di tipo anglosassone che l’Ateneo catanese ha adottato – AACR2 e MARC21 – a differenza di tutti gli altri Atenei italiani, con ricadute positive nello scambio di dati in rete con le biblioteche di Atenei ed istituzioni estere.

Il processo di migrazione

La migrazione dal vecchio sistema Unibiblio al Millennium si è rivelata tuttavia una fase delicata e laboriosa, sviluppata in sinergia con l’Università di Lecce (iniziativa 12) e coordinata da un organismo centrale, il C. B. D. (Centro Biblioteche e Documentazione) che ha tuttora tra le sue finalità proprio quella di promuovere, gestire e monitorare il sistema informativo nelle diverse biblioteche dell’Università catanese.

In sostanza, gli obiettivi a cui hanno mirato tanto il C.B.D. quanto le diverse biblioteche dell’Ateneo in ordine al progetto Millennium sono state: centralizzazione dei servizi diretti all’utenza tramite la presenza di un server unico (più un altro di mirroring per il salvataggio dati); standardizzazione delle regole di catalogazione ? AACR2 ? e del formato bibliografico di registrazione ? MARC21 ? al fine di produrre schede bibliografiche univoche; verifica dei dati bibliografici prodotti e del lavoro effettuato; addestramento del personale alle nuove regole di catalogazione e all’utilizzo del software; accessibilità da parte degli utenti ai dati bibliografici inseriti.

Particolare impegno ha richiesto la conversione in formato standard di tutti i cataloghi precedenti, sia quelli cartacei sia quelli prodotti col vecchio sistema Unibiblio, in possesso delle numerose biblioteche presenti sul territorio catanese. Al fine di gestire al meglio tempi e risorse umane, sono stati digitalizzati a mezzo scanner i tradizionali cataloghi cartacei e sono stati poi interrogate, con le chiavi di ricerca ricavate, alcune base-dati già preesistenti.

In primo luogo l’OCLC (On Line Computer Library Center) ovvero il network bibliotecario più grande del mondo, con oltre 37.000 biblioteche partecipanti in 60 paesi diversi, e con più di 40 milioni di records bibliografici censiti. Oltre a questo, il progetto si è appoggiato anche ad altre fonti esterne come la BNI (Bibliografia Nazionale Italiana), la BNCF (Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze) e a diverse altre biblioteche europee. La medesima operazione è stata effettuata anche con le chiavi di ricerca ricavate dai dati già presenti nel vecchio sistema Unibiblio. Tramite un software di catalogazione, il Tinlib, si è poi provveduto ad esportare i dati scaturiti da questo doppio confronto nel formato prescelto, ovvero il MARC.

Dopo queste operazioni si è passati alla omogeneizzazione dei dati provenienti dalle diverse fonti tramite le regole di catalogazione di cui si è detto, e la loro archiviazione nel sistema Millennium, allo scopo di creare un catalogo unico (che in realtà tuttora consiste di un catalogo collettivo, somma dei singoli cataloghi delle varie biblioteche di Facoltà). Alla fine del caricamento dei dati, la quantità di records presenti ammontava a 663.998, ridotti a 600.000 dopo un ulteriore processo di bonifica da ridondanze e duplicati.

Naturalmente questo impegnativo progetto si è avvalso anche della consulenza di figure professionali esterne, nello specifico di una società di Firenze esperta nel trattamento dei dati bibliografici. Millennium, tuttavia, grazie alla sua struttura centralizzata, ha dimostrato una riduzione dei costi di gestione e manutenzione del sistema, consentendo così un processo di ammortamento delle spese nel tempo.

Completata la fase di caricamento della base-dati, tra il 2002 e il 2003 si è provveduto all’addestramento e alla formazione del personale delle biblioteche in merito ai differenti servizi forniti dal nuovo sistema. In quanto sistema integrato modulare, Millennium consente infatti una gestione completa del lavoro bibliotecario, vale a dire acquisizione di nuove opere, catalogazione, prestito interno ed esterno, prestito interbibliotecario, statistiche, e via dicendo.

Naturalmente, cosa non meno importante, consente anche la fruibilità dei dati bibliotecari agli utenti interni ed esterni. Tanto nella sede centrale della Biblioteca in Piazza Università quanto nelle altre biblioteche periferiche di Facoltà e Istituti sparsi per Catania, sono presenti un certo numero di terminali collegati in rete a disposizione di studenti e ricercatori tramite i quali consultare il catalogo generale.

La digitalizzazione dei volumi

Un altro importante servizio offerto all’utenza sia interna che esterna all’Università è la digitalizzazione “full text” di interi volumi antichi e di un certo pregio. La Biblioteca Universitaria di Catania si è sempre dibattuta nel dilemma, da un lato, di conservare sempre in ottimo stato il proprio patrimonio librario, e dall’altro di fornire agli utenti la disponibilità di tali testi per la consultazione, con l’inevitabile usura di copertina e pagine, anche e soprattutto nel caso di operazioni di fotocopie (a causa, come si sa, dello scolorimento del testo provocato dalla luce).

Per venire incontro ad ambedue queste fondamentali esigenze le biblioteche delle varie facoltà stanno attualmente procedendo alla digitalizzazione di alcune opere di un certo pregio, tramite scansione di ogni singola pagina in alta definizione ? e con emissione di luce fredda che non danneggia gli originali ? nonché del loro salvataggio sotto forma di immagine grafica su cd-rom. Alcune di queste opere digitalizzate sono già accessibili anche tramite Internet, come documentato dall’esempio della Biblioteca della Facoltà di Giurisprudenza, sempre dell’Ateneo catanese.

All’interno della collaborazione tra l’Università di Lecce e quella di Catania, è stato sviluppato infatti già dalla fine degli anni ’90 un progetto d’intervento sulla Biblioteca del Seminario Giuridico, volto a: effettuare un censimento dei circa 5000 volumi della Biblioteca di Facoltà; provvedere al restauro di 600 volumi meritevoli d’intervento; digitalizzare integralmente alcuni testi di fondamentale importanza nel panorama storico-giuridico europeo, stampati tra il 1500 ed il 1800.

Le immagini grafiche di questi ultimi, acquisite a mezzo scanner da personale specializzato anche nella manipolazione dei testi antichi, sono state poi in una prima fase riversate solo su cd-rom, e successivamente anche in rete, insieme alla collezione di circa 47.000 articoli giuridici digitalizzati sin dal 1998 e consultabili anch’essi online. Motore dell’intero sistema telematico è EOL (Emeroteca On Line) software prodotto all’interno della medesima Facoltà, su piattaforma SQL Server, dalle prestazioni talmente elevate da essere stato adottato anche dalla Biblioteca della Camera dei Deputati, dall’ITTIG del CNR e da altre prestigiose istituzioni nazionali.

In tal modo la Biblioteca della Facoltà di Giurisprudenza, prima fra le Biblioteche dell’Ateneo catanese, ha inteso raggiungere tramite le nuove tecnologie non solo gli obiettivi, fino a qualche anno fa antitetici, di conservazione ottimale del proprio patrimonio librario e di libera fruibilità da parte dell’utenza, ma anche il traguardo dell’allineamento con tutte le altre Università italiane che già da tempo avevano sviluppato progetti di digitalizzazione libraria.

Questa copiosa attività di digitalizzazione vale inoltre ai fini dell’inserimento dell’Università etnea nel circuito on line del progetto europeo MICHAEL (Multilingual Inventory of Cultural Heritage in Europe (Inventario Multilingue del Patrimonio Culturale Europeo).

Si tratta di un progetto nato dalla collaborazione fra i tre paralleli Ministeri per i Beni Culturali Italiano, Francese e Britannico, che si propone la creazione di un portale multilingue per l’accesso alle collezioni culturali digitali in possesso dei tre rispettivi paesi. L’Università di Catania accogliendo l’invito della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) ha aderito a tale progetto ed il Centro Biblioteche e Documentazione si è assunto il compito di censire tutto quanto digitalizzato: libri, articoli, fotografie, mappe, musica, ecc.

L’inserimento in rete di una sempre maggior quantità di documenti costituirà sicuramente un notevole passo avanti anche per l’Università di Catania e per le sue biblioteche – geograficamente periferiche rispetto ai centri della cultura europea – nell’acquisizione di una maggior visibilità all’interno del mondo culturale virtuale, dove non esistono distanze fisiche ma solo servizi di qualità più o meno alta.