L’informatica e la pubblica amministrazione nel 2006

Nel mese di luglio, il presidente del CNIPA, il Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione, ha reso pubblica la relazione annuale sul grado di sviluppo raggiunto dalla informatizzazione dell’amministrazione italiana. Alla presenza del ministro Luigi Nicolais e del sottosegretario sen. Beatrice Magnolfi, dei rappresentanti delle istituzioni, delle PP.AA., centrali e locali, il presidente Zolfi ha ricordato i risultati raggiunti nel processo di digitalizzazione delle informazioni e dei servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione senza tralasciarne i punti di debolezza.

Dalla sua relazione è risultato che l’utilizzo delle ICT nelle PP.AA. è da considerare un dato acquisito; ciò è testimoniato da un incremento delle 11% dei servizi on line rispetto l’anno precedente, con un totale di 260 milioni di transazioni effettuate nel 2006. Accanto a questo, rileva però un decremento pari al 5% della spesa per l’acquisto di beni e servizi informatici da parte delle amministrazione centrali, solo parzialmente compensato da un leggero incremento delle spese delle amministrazioni territoriali.

I sistemi più coinvolti dalla diffusione dell’utilizzo delle ICT sono stati il sistema contabile, attraverso le procedure relative alla contabilità finanziaria (SICOGE) e ai sistemi di pagamento (SIPA), ed il sistema di gestione del personale, attraverso l’introduzione su vasta scala del cosiddetto cedolino elettronico e con l’avvio della PEC, la posta elettronica certificata, fenomeno nuovo del 2006. La PEC è un sistema in grado di attestare l’invio e la consegna dei messaggi, con certezza di contenuto, in data di spedizione e di ricezione. Su questo punto è bene ricordare un disegno di legge, attualmente all’esame del Parlamento, che prevede l’obbligatorietà, per le imprese, di dotarsi di una casella di posta certificata da usare nei rapporti con la pubblica amministrazione.

Per quanto riguarda i servizi in rete che favoriscono nuove modalità di interazione con cittadini e imprese, vi sono due aspetti che collocano il nostro Paese in una riconosciuta posizione di leadership in Europa: l’accessibilità e l’utilizzo della firma digitale. Grazie all’impegno del CNIPA, la normativa nazionale in tema di accessibilità risulta di assoluta avanguardia rispetto a quella di altri Paesi, infatti anche la recente Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità, adottata il 13 dicembre scorso dall’Assemblea Generale dell’ONU, ne ripercorre i motivi principali. Mentre in tema di firma digitale, si rileva nella sua diffusione un incremento che supera il 30%, nonostante su di essa, i dubbi riservati dagli addetti ai lavori siano caratterizzati ancora da diffidenze e resistenze diffuse.

Il 2006 è stato anche l’anno in cui il Sistema Pubblico di Connettività (SPC) è divenuta una realtà in via operativa grazie alla collaborazione di numerose aziende che hanno contribuito alla sua realizzazione, grazie alla realizzazione del Centro di Gestione, con il compito di verificare la corretta erogazione dei servizi in ambito SPC, e grazie alla realizzazione del Nodo di interconnessione VoIP, tecnologia in via di rapida diffusione che consente l’utilizzo di nuovi servizi telefonici e di un abbattimento dei costi.

«I servizi erogati dalle amministrazioni centrali e da quelle territoriali ai cittadini e alle imprese – afferma Zolfi – contribuiscono a migliorare l’efficienza e la trasparenza dell’azione amministrativa, nonché indirettamente a favorire lo sviluppo economico del Paese». Ed è per questo che si rende necessaria una riflessione a tutto campo sulla affidabilità complessiva del sistema informatico pubblico rispetto ai livelli di sicurezza offerti dallo stesso.

Con l’espressione “mettere in sicurezza” il sistema informatico pubblico italiana, Zolfi intende il fatto che, in una riflessione sui processi di digitalizzazione delle pubblica amministrazione, gli aspetti da considerare sono molteplici e vanno dalla razionalizzazione delle infrastrutture di calcolo, alla gestione sicura e consapevole dei dati, alla qualificazione del personale preposto, alla gestione operativa delle applicazioni, alla continuità di servizio e alla sua qualità, alla stabilità dei finanziamenti per le infrastrutture comuni.

Costruire un sistema informatico pubblico dotato di un adeguato grado di sicurezza, continuità ed affidabilità significa che far sì che l’azione delle pubbliche amministrazioni superi quella frammentarietà e disarticolazione che la caratterizzata finora e che ha impedito agli utenti finali, cittadini e imprese, di apprezzare e comprendere la potenzialità offerti dall’innovazione tecnologica nella burocrazia pubblica.

È necessaria quindi la predisposizione di un quadro di regole chiare e precise che tutti i soggetti pubblici devono rispettare, in modo da poter omogeneizzare i vantaggi derivanti dall’informatizzazione della PA.