I politici e il Web 2.0

Nell’epoca dell’esplosione del fenomeno dei cosidetti diari online, in cui ci si fida più dei blog che dei quotidiani (dall’indagine “DiarioAperto” realizzata da SWG, Splinder, Università di Trieste e Punto Informatico), in cui la condivisione e la diffusione delle informazioni sembrano ormai essere un obbligo, le nuove tendenze della classe dirigente, in ambito di pubbliche relazioni (ovvero passare attraverso il Web) si inserisce alla perfezione nel quadro.

Alcuni grandi manager hanno già modificato il loro modo di relazionarsi con il pubblico, utilizzando i weblog come strumenti di comunicazione sia interna che esterna. A precederci, come praticamente sempre accade, è l’America in cui il fenomeno ha talmente preso piede che addirittura i cittadini americani possono rivolgere le domande ai candidati presidenziali attraverso YouTube, grazie a un accordo tra il sito e la CNN, con il format “Chiedi al candidato”.

Con il Web 2.0 i dibattiti politici cambiano, sbarcando online e comunicando attivamente con gli utenti di YouTube, i quali hanno la possibilità di interagire con i candidati sempre attraverso video di 30 secondi, che possono contenere domande e proprie opinioni e punti di vista. CNN e YouTube selezioneranno, per evitare contenuti offensivi o inappropriati, le video-domande che saranno trasmesse in diretta e gli utenti che potranno costituire il pubblico dei dibattiti.

Con questa iniziativa i politici cercano di coinvolgere quel pubblico giovane ormai padrone dello strumento web, che risultava annoiato dalle vecchie modalità di confronto, entrando direttamente nel loro mondo e parlando la loro “lingua”. Fa anche si che venga raggiunto un numero di utenti, e quindi potenziali elettori, nettamente superiore rispetto alle modalità tradizionali.

Il professore David C. Wyld della Southeastern Louisiana University ha effettuato uno studio, “The Blogging Revolution”, per conto dell’IBM Center for the Business of government, sulle potenzialità del blogging per candidati, parlamentari ma anche per dirigenti delle Pubbliche Amministrazioni.

Il rapporto è ricco di consigli pratici e avvertimenti per politici, manager pubblico e pubblici ufficiali abbiamo intenzione di intrapprendere la strada di questa nuova forma di comunicazione via Web. Viene così stilato un decalogo 10 consigli per un blog del settore pubblico, tra cui definire se stesso e aggiornare regolarmente il diario in prima persona. Suggerisce inoltre di cercare sempre di imparare, di essere generoso con i propri collaboratori e di sviluppare una “scorza dura” rispetto alle critiche.

Il report fornisce inoltre una serie di diari online di vario tipo, che i politici interessati a tale attività possono utilizzare per costruire un proprio blog personale. Le tipologie spaziano da diari di viaggio, in cui raccontare trasferte e missioni, a blog in cui tenere aggiornati gli elettori, descrivendo passo per passo l’iter di approvazione di una legge o un provvedimento. Oltre che per blog di tipo personale, vengono presentati esempi anche di blog colettivi dove un gruppo di rappresentanti può alternarsi nella scrittura di un weblog condiviso.

Gli esempi italiani

Anche se in Italia ancora non si è arrivati a tanto, il mondo della politica cerca di superare la crisi di fiducia e l’innata diffidenza dei cittadini sbarcando sul Web. La Pubblica Amministrazione tenta di promuovere le attività istituzionali cercando di raggiungere quel pubblico, prevalentemente giovane adattandosi ai loro particolari gusti e abitudini, quindi approdando sul loro mezzo di comunicazione preferito: il Web.

Così a Bologna, per la XIV edizione del COM-PA, ha promosso il convegno Istituzioni e cittadini su Second Life, in cui si è discusso dei nuovi strumenti di promozione messi in campo dalla Pubblica Amministrazione per dialogare con un pubblico giovane in versione 3D.

Ma di fronte a un profondo cambiamento culturale, che passa attraverso le tecnologie, solo alcuni parlamentari hanno scelto di confrontarsi in modo diretto con i cittadini, cercando di sconfiggere l’anti-politica sul suo stesso terreno, aprendo così un proprio blog, o almeno un sito personale. Primi fra tutti il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraio Scanio e il ministro Antonio Di Pietro.

In particolare quest’ultimo si distingue per il suo blog, con la doppia versione italiano-inglese, vedendo internet come la nuova frontiera per l’informazione ma anche per la comunicazione di cui la politica deve assolutamente comprendere e sfruttare le potenzialità. Il ministro risponde in prima persona alle numerose mail che riceve affrontanto il confronto diretto con gli elettori.

Nel nostro paese, in cui non esiste la cultura dello scontro diretto come in America, Di Pietro è stato il primo ministro italiano ad avere usato YouTube e a continuare a farlo, pubblicando i suoi resoconti da palazzo Chigi e ricevendo notevoli consensi. Il Ministro ha addirittura un proprio spazio virtuale, una sorta di quartier generale dell’Italia dei Valori, nel mondo virtuale di Second Life: Never Land, in cui presto verranno organizzati incontri con gli utenti, comizi e manifestazioni.

Anche i Democratici di Sinistra hanno loro portale. A disposizione dei 5000 utenti giornalieri (20.000 durante particolari ed importanti eventi) è stata messa una WebTv che trasmette, in diretta e in differita, eventi istituzionali del partito così come servizi giornalistici su temi politici. Questa WebTv ha un canale anche su YouTube e Blip.tv, ed una collaborazione con Nessuno.tv.

La comunità è stimolata alla partecipazione attraverso diverse attività come diffondere banner o cartoline, scrivere a un amico, inviare un sms, partecipare a una radio o a un blog. Inoltre è possibile entrare con il proprio blog nella lista di blogger democratici, i contenuti verranno utilizzati come spunto per i dibattiti.

Anche Paolo Gentiloni, ministro delle Comunicazioni, possiede un proprio blog, che mantiene aggiornato con regolarità, in cui commenta personalmente i fatti politici più importanti, con tanto di blogroll dei siti preferiti e commenti non filtrati, esponendosi così senza remore anche a critiche e contestazioni a cui risponde personalmente.

Il Web per avvicinare i cittadini alla politica

Così, in un periodo in cui si parla molto di crisi della politica, di distacco dei politici dalla società, evocando addirittura lo spettro del ’92, la maggioranza della classe politica sembra sottovalutare il problema e l’importanza della comunicazione. Internet potrebbe rappresentare, in tale ottica, non solo una vetrina o un mezzo per fare semplicemente propaganda, dove l’utente rimane passivo, ma l’innovazione necessaria ad avvicinare gli elettori alla classe dirigente tramite discussioni e confronti. Con i nuovi mezzi che il Web offre i politici hanno tutti gli strumenti necessari ad interagire con i cittadini, come ad esempio posta elettronica, bacheche, chat, forum e quant’altro.

Così come avviene già in altri paesi come ad esempio gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna. Ad esempio Tony Blair ha aperto un canale su YouTube per inviare un video di congratulazioni ai francesi e al neo-eletto Nicolas Sarkozy. In America 17 membri del Congresso, 5 governatori e dei vice governatori, oltre 50 parlamentari dei singoli stati, 19 sindaci, 11 city managers, 10 dipartimenti di Polizia e vigili del fuoco, 8 presidenti di università e college hanno un blog e 3 commissioni parlamentari sono dotate di diario virtuale.

Da noi invece, solo i pochi esempi citati hanno compreso l’importanza di sfruttare a pieno le grandi opportunità che il Web offre. A trascurare queste potenzialità in primis i politici del centrodestra, tra cui annoveriamo, solo a titolo esemplificativo personaggi del calibro di Berlusconi, Fini, Casini, Bossi che ancora non possiedono neanche un proprio sito personale o un proprio blog.

Questo atteggiamento, insensibile all’evolversi delle forme comunicative ed all’avanzamento tecnologico, va sì a scapito sia degli uomini politici, ma soprattutto dei cittadini. Al contrario, un atteggiamento aperto verso queste nuove prospettive potrebbero far riavvicinare molti utenti alla politica, dando al cittadino il duplice diritto di accedere alle informazioni e di essere informati. I cittadini, sentendosi ascoltati potrebbero fornire un’importante strumento di feedback, fondamentale per monitorare gli atteggiamenti di potenziali elettori di fronte alle scelte dei partiti.